
Milan Design Week - Superbloom mostra immersiva sulla fioritura della California meridionale
SUPERBLOOM
Lo studio internazionale di architettura e design RIOS, con sede a Los Angeles, presenta Superbloom una mostra immersiva e con una visione ottimista che porta a Milano il fenomeno straordinario della fioritura della California meridionale.
RIOS progetta Superbloom, un intrigante viaggio multisensoriale attraverso colori, profumi e suoni, un tributo all’eccezionale fenomeno del Superbloom, la “super fioritura” del sud della California, in cui ha sede lo studio.
"RIOS è uno studio internazionale con una visione multidisciplinare. Siamo convinti che il design sia un atto ottimistico, uno strumento per creare armonia nel rispetto dei luoghi, delle persone e delle culture", afferma Sebastian Salvadó, direttore creativo e partner di RIOS. "Per il nostro debutto alla Milano Design Week, invitiamo i visitatori a vivere un’esperienza immersiva ispirata alla fioritura del nostro deserto. Qui, ogni anno, le persone si danno appuntamento per rimettersi in contatto con la natura".
Il percorso sensoriale di Superbloom si snoda in tre diversi ambienti che creano un crescendo di emozioni e sensazioni. Ogni tappa del viaggio simula i fenomeni naturali dalla pioggia al diffondersi di gemme e germogli, fino alla fioritura dei campi, in particolare, quella mozzafiato e rinomata in tutto il mondo del sud della California.
L’esperienza dei visitatori della mostra passerà attraverso la Rain Room (Stanza della Pioggia) che, in natura costituisce la prima fase della fioritura. Nella RAIN ROOM gli ospiti sono accolti dal profumo di terra e dal ticchettio aritmico delle piogge di primavera.
In lontananza la luce del sole guida i visitatori verso la “Sprout Room (Stanza dei Germogli) dove il verde delle gemme non ancora schiuse circonda gli ospiti in un giardino a cielo aperto. I colori diventano più intensi, la leggera alternanza di suoni si dissolve in un campo selvatico dai profumi freschi ed aromatici. Posizionate in questo percorso, le panchine Rio Benches, progettate da RIOS in collaborazione con Janus et Cie, accolgono in un momento di pausa.
Nella Bloom Room (Stanza della Fioritura) i visitatori sono accolti in una dimensione fantastica: fiori giganti multicolore, e fragranze primaverili celebrano il risveglio della natura e l’energia esplosiva della super fioritura. La Bloom Room è lo spazio della rinascita; le immagini proiettate e giochi di luce sono accompagnati da una musica melodica.
“Con Superbloom vogliamo connettere e unire il popolo della design week con un’esperienza condivisa e momenti di incontro che, seppur brevi, creano occasioni intense per rafforzare la comunità,” conlcude Salvadó.
La mostra Superbloom di RIOS sarà aperta dal 6 al 12 giugno e proseguirà fino a luglio. Per maggiori informazioni visitate il sito www.rios.com
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RIOS: RIOS è un uno studio internazionale di architettura e design che va oltre i canonici confini e combina in modo creativo diverse discipline per trovare nuove soluzioni e amplificare l'impatto del design. Le diverse figure professionali che operano all’interno dello studio hanno competenze nel mondo dell’architettura, del paesaggio, dell’urbanistica, dell’interior, del video, della grafica, del design esperienziale e di prodotto. Il lavoro dello Studio è direttamente connesso alla narrazione del luogo e alla complessità della cultura umana, nel trovare soluzioni gioiose, autentiche e inaspettate. I progetti spaziano dal commerciale, all’istituzionale, all’hospitality, e al residenziale.
Alcuni dei progetti recenti dello studio RIOS: il Campus di Spotify a Los Angeles Spotify’s Content Campus, la sede centrale di GoodRx, il Jardin de la Réciprocité progetto realizzato per il prestigioso Festival Internazionale dei giardini a Domaine du Chaumont-Sur-Loire e il Lawrence J. Ellison Institute for Transformative Medicine.
Per altre info, www.rios.com
Ufficio stampa:
Patrizia Ledda | MAP Design Communication | info@mapdesign.it | ph +39 339 4766974


Milan Design Week - SINCRONIA Arena Luminosa interattiva Habits design studio
Milan Design Week - Fuorisalone 2022
SINCRONIA
ARENA LUMINOSA INTERATTIVA
SUPERDESIGN SHOW - Superstudio Più - Via Tortona 27 – Milano
Press Preview - Domenica 5 giugno 15:00 - 20:00
6 - 11 giugno 11:00 - 21.00
12 giugno 11:00 - 18:00
Habits Design Studio, realtà multidisciplinare di design e innovazione nei giorni del Fuorisalone di Milano 6-12 giugno, presenta a Superstudio Più, in Via Tortona 27, un’installazione di interaction design di forma circolare che indaga la relazione tra movimento, luce e suono. È un’interazione fisica e digitale tra il corpo umano e la luce resa spettacolare dall’arte della compagnia di danza Kataklò Athletic Dance Theatre.
“Attraverso questa ricerca progettuale mettiamo in scena alcuni aspetti delle conoscenze più avanzate che sviluppiamo all’interno dello studio. I progettisti che hanno scritto la storia del design italiano studiavano i processi di fabbricazione, sperimentavano con tubi e lamiere, esploravano lo stampaggio a iniezione. Realizzavano stupendi prototipi di legno per capire la forma, le dimensioni, l’ergonomia. Accanto a queste pratiche, noi oggi studiamo l’esperienza del prodotto. Impariamo a gestire quello strato digitale che circonda il prodotto e lo mette in relazione con chi lo usa”, dichiarano Innocenzo Rifino e Diego Rossi, fondatori di Habits Design Studio.
Nell’antica e rituale geometria del cerchio il corpo che si muove produce segni luminosi che restituiscono un’esperienza multisensoriale. L’installazione di Habits si ispira alle opere della land art attingendo al valore ancestrale del cerchio come confine di uno spazio. I danzatori di Kataklò e i visitatori del Fuorisalone, danzando o muovendosi in prossimità dell’anello, interagendo con i sensori e le sorgenti, producono una scenografia di luce, colore e sonorità che coinvolge i sensi.
“Le ricadute di quest’opera sperimentale portano all’evoluzione di prodotti elettronici in cui l’esperienza di interazione, lo scambio di informazioni fra il prodotto e l’utente sono decisivi. In studio realizziamo prototipi che definiamo ‘ad alta fedeltà’ perché sono molto vicini alla realtà dell’esperienza digitale e interattiva che potrà avere l’utilizzatore. Indagando la danza, il gesto, la luce costruiamo una relazione umanistica: un dialogo fra le persone e il prodotto. Con le conoscenze derivanti da questo modello, possiamo ipotizzare un futuro di prodotti a reazione emotiva in cui la luce è distribuita nella forma, muta nel tempo ed è sensibile al contesto”, concludono Rifino e Rossi.
Dettagli tecnici dell’installazione
Struttura modulare composta da 24 elementi in metallo interconnessi che formano un anello di 4m di diametro, dotata di 5400 LED RGB disposti in un totale di 40 metri di lunghezza. Il sistema è gestito da un software che mette in collegamento un microprocessore e una telecamera ad infrarossi che rileva il movimento dentro l’anello, elabora immagini e luci producendo una scenografia luminosa di colori e sonorità unica.
Habits Design Studio è una realtà internazionale di design e innovazione, fondato a Milano nel 2004 da Innocenzo Rifino e Diego Rossi, entrambi laureati in disegno industriale al Politecnico di Milano, www.habits.it. Lo studio è una realtà multidisciplinare di 30 persone di diverse nazionalità con un focus sull’interaction design che aiuta le aziende a costruire prodotti che contribuiranno a definire il nostro futuro. Lo studio si è confrontato con i progetti più disparati, dall’illuminazione alle attrezzature industriali, dai prodotti digitali agli oggetti del quotidiano, cercando per ognuno di essi quel delicato equilibrio di bellezza, efficacia e semplicità. Circa 150 sono i premi internazionali e i riconoscimenti ricevuti tra cui: ADI Index, Good Design, Red Dot Design Award, Design Plus. Collabora con Haier, Panasonic, Braun, Schindler, Comelit, De Longhi, Martinelli, Luceplan, Flos.
Kataklò Athletic Dance Theatre, fondata 25 anni fa a Milano da Giulia Staccioli, è la prima compagnia teatrale ad aver introdotto l’athletic theatre nel panorama della danza italiana. Propone un teatro-danza energico ed espressivo in cui il corpo, attraverso uno stile che intreccia sapientemente le discipline della danza contemporanea, acrobatica, aerea e del teatro fisico, viene esaltato come promotore di un linguaggio eclettico e trasversale in grado di superare barriere linguistiche, sociali e generazionali.
Milano, 17 maggio 2022
Ufficio stampa: Map Design Communication
Patrizia Ledda tel +39 339 4766974 p.ledda@mapdesign.it
Sara Foschi tel +39 339 6986744 s.foschi@mapdesign.it


A Villa del Conte, in provincia di Padova, l’azienda LAGO amplia la propria sede produttiva e ne riorganizza gli spazi, dando vita al LAGO Campus.
Il nuovo edificio, che ospita LAGO Logistica e LAGO Osteria, è stato progettato da zaettastudio e intende dare un senso all’edilizia industriale, con un’architettura coraggiosa che esplora il lessico dell’innovazione tecnologica, senza tralasciare la tradizione artigianale e territoriale dell’azienda.
Dice l’architetto Giorgio Zaetta. “ Solitamente lavoriamo a progetti residenziali, nella dimensione di casa. La sfida di questo progetto è quella di creare lo spirito di una casa all’interno di una fabbrica, quindi un’architettura industriale non solo funzionale, ma in grado di racchiudere al suo interno anche altri valori. Al di là della forma esterna, ciò che contraddistingue il progetto è la qualità dello spazio interno, che riesce a creare un luogo dove lavorare sentendosi a casa.”
L’edificio affianca la LAGO Fabbrica, il preesistente sito produttivo dell’azienda di design guidata da Daniele Lago, e si presenta come una struttura in legno scandita da grandi vetrate che si affacciano verso il Monte Grappa, con un frangisole di 460 listelli di 58 colori diversi, ispirato all’opera di Gerhard Richter, che si alternano tra loro creando una gradazione di colori che cambia a seconda della luce del giorno e dei suoi riflessi.
Un volume puro e monolitico, sintetico e pulito, concepito per essere in divenire, che permette di scoprire, una volta entrati, un ambiente famigliare, dove poter toccare con mano il legno, in diverse forme e tecnologie, con tutto il suo calore e la sua matericità. L’edificio di zaettastudio riesce a ricreare l’ambientazione di una tipica falegnameria dove il calore del legno, che caratterizza l’intera struttura del fabbricato, dialoga perfettamente con la luce che invade lo spazio, diffusa nell’ambiente tramite grandi vetrate e lucernari.
Parola chiave del progetto è sostenibilità ambientale, che ha portato l’azienda a scegliere il legno come materiale principale della nuova costruzione, utilizzato sia nelle componenti verticali sia in quelle orizzontali.
La struttura portante è realizzata, infatti, in legno lamellare, con pareti perimetrali a telaio e finitura in OSB a vista, sbiancato e levigato.
Il rivestimento esterno è, invece, realizzato con scandole in zinco titanio, mentre la copertura è realizzata con pannelli di legno lamellare ed è caratterizzata dalla presenza di 78 lucernari per una superficie complessiva di 175 metri quadrati, sorretti da imbotti lignee che consentono alla luce naturale di entrare nell’edificio in modo omogeneo, senza ombre, dalle vetrate laterali e dal tetto forato.
Per l’impermeabilizzazione della copertura è stata scelta una membrana plastica in TPO di colore bianco, una soluzione green che mitiga l’effetto ‘isola di calore urbana’. Per aumentare ulteriormente il comfort interno, è stato installato un sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante su tutta la superficie e sono state studiate aperture per garantire la ventilazione naturale sfruttando i principali venti della zona.
È stato poi adottato un sistema che sfrutta la geotermia, grazie a due pozzi che utilizzano l’acqua di falda. La temperatura dell’acqua di falda è sempre costante a circa 13 gradi. In questo modo si riduce il fabbisogno di energia necessario per riscaldare di pochi gradi l’acqua nel periodo invernale o raffreddarla nei mesi estivi. Nel parcheggio sono stati predisposti 4 postazioni per ricaricare le auto elettriche ed è stato creata una nuova area ecologica per lo stoccaggio dei rifiuti in modo sicuro, protetti da sistemi di raccolta e depurazione delle acque piovane.
Date le violente ondate di maltempo degli ultimi anni, è stato anche previsto un bacino di laminazione delle acque meteoriche, necessario per proteggere da eventuali allagamenti dovuti da improvvisa pioggia intensa e in un breve lasso di tempo.
L’interno è caratterizzato dal colore rosso, che spezza la monotonia, tingendo i tubi dell’impianto antincendio che corrono sul legno formando disegni geometrici imprevisti, e una scala monolitica, sinuosa e leggera che porta al primo piano dove trovano spazio la LAGO Osteria e la sala conferenze.
Le altre scale interne, nella zona di lavorazione, sono state realizzate con gli elementi prefabbricati tipici dei ponteggi e in questo modo potranno essere spostate quando le necessità imprenditoriali andranno a modificare il layout produttivo della fabbrica attuale.
La necessità di aumentare la capacità di stoccaggio con nuove aree di carico ha portato alla creazione di un magazzino automatico verticale alto 14 metri che consente di recuperare ulteriore superficie produttiva, aumentando lo spazio di stoccaggio e di produzione temporaneo.
Al piano terra, un elemento completamente vetrato si apre verso il piazzale di manovra e la baia di carico: oltre all’ufficio logistica e allo spazio produttivo, al suo interno hanno sede gli spogliatoi, i locali infermeria e uno spazio relax per i trasportatori. A lato di questo, il fronte del fabbricato rientra rispetto al filo superiore, consentendo alle bocche di carico di essere protette, così da garantire un maggiore comfort termico agli operatori nelle manovre di carico e scarico.
In conclusione, come dice l’architetto Giorgio Zaetta: “LAGO è un’azienda che nasce nel passato, con radici forti, ma proiettata verso il futuro, in rapida e continua evoluzione: la nuova fabbrica doveva essere un luogo capace di seguire efficacemente la velocità e l’evoluzione di quest’azienda. È nato uno spazio aperto al cambiamento e concepito per essere ‘in divenire’, come un mobile che dalla materia prima prende forma grazie al lavoro dell’uomo.
A conferma di ciò quando l’ampliamento è stato pensato lo spazio interno era solo destinato a magazzino e a carico scarico merci, ma durante le fasi di costruzione al suo interno, tra il calore del legno e la luce che scendeva dall’alto, si respirava un’aria di benessere tale che ci hanno richiesto di trasformarlo anche in luogo di produzione… e cosi è stato.”
GIORGIO ZAETTA
Nato a Feltre (BL), nel 1962, architetto allo IUAV, dopo un lungo sodalizio con lo studio di Luciano Bertoncini a Treviso, dove si è occupato di tutte le aree del design, dai mobili ai motocicli, orienta i suoi interessi verso l'arte contemporanea, di cui è amante e profondo conoscitore. Una passione che ha fortemente influenzato il suo lavoro, di cui restano segni tangibili sia in arredi ispirati a un'ideale di purezza e di perfezione nei dettagli, sia in spazi espositivi e in architetture di interni dominate dal vuoto e dalla luce. zaettastudio, da lui fondato nel 2007 a Feltre, in pochi anni di attività indipendente e multidisciplinare, ha sviluppato un’ampia varietà di progetti, in Italia e all'estero, operando nei settori più diversi: residenziale, commerciale, ricettivo e direzionale; nel disegno industriale un suo prodotto è stato segnalato per il Compasso d'Oro.
www.zaettastudio.it
Ufficio stampa: Map Design Communication | Patrizia Ledda tel 339 4766974 | p.ledda@mapdesign.it

Progetto architettonico LAGO Logistica di zaettastudio
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Size | 116.33 MB |
Last Updated | 08/02/2022 |

Verziere il nuovo progetto di Asti Architetti sulla riqualificazione di un intero isolato nel centro storico di Milano
VERZIERE 11 – CAVALLOTTI 14
Asti Architetti ha recentemente concluso i lavori del progetto di riqualificazione di un intero isolato nel centro storico di Milano, collocato tra il Verziere - lo storico mercato di frutta e verdura - e le vie circostanti. Con un nuovo edificio di collegamento, la ridefinizione di due fronti strada collegati e il progetto di “recladding” di Banca Sistema - realizzato nel 2018 sempre da Asti Architetti - si compie un significativo intervento di “ricucitura” di parti della città storica molto diverse tra loro.
Il tessuto urbano alle spalle del Duomo, in corrispondenza dell’area compresa tra largo Augusto-Cavallotti e il Verziere, nel corso del tempo è stato oggetto di stratificazioni con edifici antichi scampati ai bombardamenti ai quali si sono aggiunti i nuovi realizzati in epoca moderna senza una progettazione unitaria.
Dopo aver concluso nel 2018 il progetto di rifunzionalizzazione e “recladding” (rifacimento della facciata) dell’edificio della Banca Sistema in Largo Augusto, Asti Architetti ha proseguito il difficile intervento di “ricucitura” di quest’ area disomogenea del centro storico.
Il nuovo intervento di fatto, collega due parti di città molto diverse tra loro: la stretta via Cavallotti e il Verziere che si apre sulla città in maniera più dinamica e aperta. Il Verziere è infatti uno spazio pubblico più trafficato che testimonia la vivacità degli scambi commerciali dell’antico mercato ortofrutticolo (lo ricorda il nome della colonna, Verziere verzee in dialetto milanese significa infatti verdura).
L’isolato compreso tra la via Cavallotti, via Verziere e Largo Bersaglieri non ha una forma definita, nel tempo si è sviluppato in modo eterogeneo, con un prospetto composto da quattro livelli fuori terra sulla via Cavallotti e una facciata composta da otto piani sulla via Verziere che si collegano ai piani interrati e rialzato.
Prima dell’intervento di Asti Architetti, questo complesso era destinato a uso ufficio e commerciale, ma anche in parte come residenza, senza tuttavia una delimitazione organica delle destinazioni.
“L’isolato era completamente sconnesso all’interno. Della preesistenza abbiamo mantenuto solo i pilastri, dopodiché abbiamo operato per rimodulare le volumetrie che vanno a creare un sistema di nuovi collegamenti interni che hanno trasformato i due edifici preesistenti in un unico edificio più grande”, precisa Paolo Asti.
Il progetto di Asti Architetti ha tenuto in attenta considerazione l’alto valore paesaggistico dell’area proponendo un’azione conservativa e insieme progettuale.
Questo progetto di riqualificazione globale si è reso necessario per rendere gli spazi più flessibili e funzionali per un utilizzo polifunzionale degli spazi, migliorando l’aspetto esteriore e percettivo dell’edificio rispetto al contesto urbano adiacente.
L’intervento ha previsto un recupero funzionale e architettonico dei due corpi principali che si affacciano rispettivamente su via Cavallotti e su Largo Bersaglieri, e la realizzazione di un corpo di collegamento edificato sulla copertura della parte di edificio presente all’interno dell’isolato.
“E’ stata posizionata una volumetria aggiuntiva a collegamento tra i due edifici per ottenere un grande corpo unico di sei piani fuori terra con una parte di ulteriori 5 piani. Un’operazione che ha permesso di creare una piastra di piano tre volte più grande della precedente con il vantaggio di ottenere grandi metrature per uffici”, spiega Paolo Asti.
Gli edifici ristrutturati, ora hanno destinazione principale a uffici con gli ingressi di rappresentanza posti rispettivamente su via Cavallotti e Largo Bersaglieri e sono caratterizzati da doppie altezze in grado di dar pregio e maggior visibilità agli spazi.
Per enfatizzare lo stacco tra il basamento e il corpo dell’edificio è stata introdotta una fascia marca piano in alluminio brunito e sono state utilizzate due finiture di ceppo di Grè idroscolpito per la parte basamentale e levigato per il corpo dell’edificio.
Al disegno dei moduli vetrati è stato sovrapposto un livello compositivo delineato da una serie di lesene in alluminio finitura brunito che riprendono il ritmo delle bucature e degli elementi strutturali presente sulle facciate degli edifici esistenti, così realizzando un elemento di connessione compositiva delle facciate tra il nuovo corpo di fabbrica e il preesistente.
Il progetto delle facciate prospicienti via Verziere si pone in continuità con l’edificio di Banca Sistema in Largo Augusto realizzato sempre da Asti Architetti nel 2018, fungendo da cerniera tra gli edifici confinanti: un fronte vetrata caratterizzato da una parte in doppia pelle e da un sistema di lesene verticali in alluminio finitura legno.
Anche per le strutture è stato scelto il legno, un materiale che offre notevoli vantaggi in termini di eco sostenibilità:
“Le strutture in legno si sono rivelate molto efficienti. Il legno è leggero estremamente efficiente in termini di posa perché si lavora a secco. In questo modo siamo arrivati in cantiere con intere parti della struttura prefabbricata e premontata in stabilimento. Questo ha permesso di velocizzare di circa il 20% i tempi di montaggio delle strutture”, puntualizza Paolo Asti.
L’intervento di Verziere 11 – Cavallotti 14 è stato progettato nell’ottica di ottenere il massimo prestazionale in materia energetica in conformità con le normative e leggi vigenti e si pone dunque in continuità con il restyling di Asti Architetti della banca all’angolo tra Largo Augusto e Largo Bersaglieri – quest’ultimo un progetto di rifunzionalizzazione e “recladding” generale e massivo che, pur nel suo linguaggio di contrasto, riesce a inserirsi in modo perfettamente equilibrato nell’eterogeneo tessuto costruito limitrofo – come un significativo elemento di “ricucitura” del tessuto urbano.
L’obiettivo raggiunto di Asti Architetti è stato dunque di aver ridisegnato un intero isolato in maniera omogenea con una elevata espressione di modernità in termini di linguaggio.
Milano, marzo 2022
Scheda tecnica
Denominazione progetto: Verziere 11 / Cavallotti 14
Anno di costruzione: 2019-2021
Progetto architettonico: Asti Architetti S.r.l.
Volumetria: 38.500 mc
Superficie totale: 13.000 mq (compresi spazi esterni)
Proprietà: Kryalos SGR S.p.A. – fondo Virtus
Impresa di costruzioni: CEV S.p.A. (Treviso)
Ufficio stampa Asti Architetti:
Map Design Communication – Patrizia Ledda tel +39 339 47 66974 p.ledda@mapdesign.it


Due nuove sedi, a Miami e a New York, che si aggiungono alla sede di Milano e un nuovissimo e-commerce portano la filosofia di Luca De Felice nel mondo.
Creare arredi che possano dare un senso di unicità agli spazi dell’abitare non è cosa semplice: devono essere unici, fatti bene e devono trasmettere la passione di chi li plasma. Una passione che si trasferisce dalla testa alle mani, creando pezzi impeccabili che racchiudono una storia: quella che parte dalla scelta della materia prima fino allo sviluppo del prodotto, in grado di rievocare e trasmettere suggestioni. Per crearli, è necessaria una regia che parte da una mente eclettica in grado di spaziare attraverso diversi mondi. Così come quella di Luca De Felice, fondatore e mente creativa di Simposio Design, che si forma dapprima nel mondo dell’arte contemporanea attraversando poi la grafica per l’architettura. Da qui, De Felice si appassiona alla materia e all’artigianato, ed è questo che inizia a fare la differenza. “Mettere le “mani in pasta”, capire e sfruttare le potenzialità dei materiali. Tutto questo si riesce a capire solo imparando a lavorarli, facendo prove continue per sondarne i limiti “, racconta Luca De Felice. Un apprendimento empirico, fondamentale, che segna la strada che è oggi alla base di ogni suo lavoro.
La sua avventura nel mondo dell’Interior parte nel 2004, dapprima con Design2000 International e, successivamente, con Exclusiva Design: progetta e realizza ville e edifici ovunque: Montecarlo, Francia, Doha, Angola, Vienna, Gran Bretagna, Russia, Cina. Nel 2017 fonda Manodopera della quale è direttore artistico e, in soli 3 anni realizza una Spa privata in Russia, un ristorante stellato sui Castelli Romani, una villa privata a Roma, un appartamento di 3000 mq a San Pietroburgo e una villa a Tenerife. Ma non basta. Il suo continuo entusiasmo e voglia di evolversi lo porta, nel 2020 a fondare Simposio Design: la sua creatura perfetta in grado di fondere artigianato e design creando progetti di interior su misura, unici ed esclusivi, che racchiudono un’anima che parte dal genius loci del luogo, filtrata attraverso gli occhi e le mani di De Felice. Ne scaturiscono progetti irripetibili, vibranti che vengono apprezzati per il loro essere unici, testimonianze di un saper fare tutto italiano, voluto in tutto il mondo.
Per questo, dopo l’apertura della sede a Roma seguita dallo spazio di progettazione e showroom a Milano, in viale Umbria 49, Simposio Design varca i confini e, nel 2022, inaugurerà due sedi: una a Miami nel cuore del Design District e una a New York City all’ombra dell’Empire State Building. Ma per Luca De Felice questo non basta ancora. E così attiva il canale e-commerce di Simposio Design (https://www.simposio.furniture/) dove è possibile acquistare le sue creazioni e le selezioni dei pezzi dei migliori artigiani, artisti e designer italiani con cui collabora per portare avanti i suoi progetti; non sono solo arredi, ma pezzi d’arte che entrano nelle nostre case impreziosendo lo spazio.
Mobili e complementi che racchiudono tutta la sua arte combinando innovazione, cuore, mente, artigianalità e tradizione. Pezzi unici, curati in ogni minimo dettaglio, dove bellezza e funzionalità trovano la sintesi perfetta. Perché, il vero dettaglio in architettura e design è sia tecnico che estetico, contemporaneamente. E Luca De Felice, questo lo sa bene. La sua ricerca infatti non si esprime in un perfezionismo fine a sé stesso, ma stabilisce i rapporti tra le cose portando alla comprensione di un insieme attraverso i dettagli che diventano così una metaforica piccola chiave per aprire una grande porta: senza questi, lo spazio non prende vita così come l’arredo. Ed è così che nasce, per esempio, il tavolo Horizon dove un masso che sembra scagliato dagli dèi dell’Olimpo, si trasforma in un monolite che emerge da uno specchio d’acqua a delineare il piano. O il tavolo Neverending Nivola con le gambe scultoree in legno intagliato a mano, rifinito artigianalmente con terra vulcanica, che domina nello spazio. La stessa potenza espressiva si ritrova anche nei complementi di Luca De Felice: opere d’arte mai banali, realizzate a mano, in grado di trasmettere immediatamente un’emozione. Ed è proprio in questo che sta la differenza, al di là di ogni spiegazione. Perché, come diceva Spinoza, “senza emozione non c’è ragione, senza sentimento non c’è oggetto”.
Milano, 4 gennaio 2022
Ufficio stampa:
Map Design Communication
Patrizia Ledda tel 339 4766974 p.ledda@mapdesign.it
Sara Foschi tel 339 6986744 – info@mapdesign.it


Asti Architetti ha ristrutturato e convertito a uso uffici il vecchio palazzo di A2A in via Ceresio 7/9 affiancato alla nuova sede dell’Associazione per il Disegno Industriale – ADI.
A Milano, nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex centrale elettrica Enel, un edificio industriale affacciato su via Ceresio 7/9 – uno vecchio palazzo di A2A di fine anni sessanta - è stato ristrutturato e riconvertito a uso uffici da Asti Architetti. Questo intervento ha previsto il mantenimento dell’edificio esistente andando però a riconfigurarlo attraverso canoni estetici contemporanei, così come è stato fatto per tutti gli altri edifici di nuova formazione prospicienti la piazza privata a uso pubblico, come la nuova sede dell’Associazione per il Disegno Industriale – ADI.
I prospetti originari sono stati sostituiti da facciate a tutt’altezza, mentre gli spazi interni sono stati ridistribuiti per creare ambienti di lavoro open space.
Asti Architetti hanno scelto di avere due fronti ciechi, nelle due facciale laterali, privilegiando invece i fronti a est e a ovest non solo per motivi di irraggiamento, ma anche perché uno è prospiciente la piazza e l’altro sull’area di Paolo Sarpi.
Il progetto del prospetto principale ha puntato al ridisegno della facciata con uno schema reticolare composto da elementi metallici articolando il fronte sulla piazza in una griglia ordinata e omogenea. E’ stata dunque realizzata una nuova facciata con elementi orizzontali ben delineati e riconoscibili, incorniciati tra loro da due elementi principali, inferiore e superiore, ed elementi intermedi minori in ordine di grandezza - che vanno a mascherare la struttura portante in carpenteria metallica dell’edificio esistente e che viene mantenuta - intervallati tra loro da partizioni verticali. Il sistema di serramenti infatti viene attestato all’interno della griglia garantendo così un gioco volumetrico che, grazie a questa alternanza tra pieni e vuoti, rompe così il rigido schema del precedente progetto che era giocato invece su fasce orizzontali di colori differenti.
“Le scelte progettuali di Ceresio 7/9 sono state determinate dalla volontà di realizzare un edificio contemporaneo negli usi, nelle funzioni e nelle distribuzioni interne, ma con un chiaro riferimento evocativo di una edilizia industriale ormai superata ma ancora molto presente in questa parte di Milano, caratterizzata dalla presenza di spazi manifatturieri del secolo precedente con grandi finestrature della bucatura quadrata che si ripetono in modo quasi ossessivo e con grande semplicità espressiva, per portare massima luce all’interno. Dunque abbiamo pensato a un sistema di facciata estremamente regolare, a maglia quadrata, che recupera il linguaggio della carpenteria industriale: nel caso specifico, con un sistema di profili a sezione tipica del prodotto di serie ad H di dimensioni variabili che si incrociano in orizzontale e in verticale con esaltazione di sistemi di fissaggio a secco e bullonature lasciate volutamente a vista - e anzi sovradimensionate - per caratterizzarne la presenza, in maniera tale che l’atmosfera si mantenga essere quella di un ambiente a vocazione industriale. Il tutto abbinato a spazi interni che al contrario di industriale non hanno più nulla perché sono adibiti a uffici di massimo livello qualitativo energetico e di performance,” precisa Paolo Asti, founder Asti Architetti.
La nuova facciata si apre verso lo spazio aperto pubblico della piazza con un elemento porticato a doppia altezza. Questo elemento architettonico privato lasciato a uso pubblico dialoga con la piazza, ospita gli accessi principali dell’edificio e svolge il ruolo di ripartizione del fronte permettendo la lettura del basamento, che si stacca anche cromaticamente con un forte colore grafite, in netto contrasto con il suo spiccato superiore di colore invece più tenue.
Le facciate cieche a sud e a nord invece sono state progettate utilizzando lastre ceramiche in grande formato per risolvere una complicata situazione di cantiere: il fronte in oggetto era confinante con un impianto attivo di Unareti, la società milanese che gestisce l'energia elettrica. Il cantiere aveva dunque accesso limitato e necessità di tempi assai ridotti.
“L'utilizzo delle lastre in grande formato sulla parete cieca a sud” spiega Paolo Asti “ci ha consentito di realizzare la facciata nel più breve tempo possibile. Anche il sistema costruttivo, un ibrido tra sistema meccanico e a colla, porta notevoli vantaggi, perché la struttura di alluminio è caricata con un sigillante che assicura la lastra alla struttura. Inoltre, il sistema di barre evita che la lastra si imbarchi mantenendone rigidità e forma. Dal punto di vista estetico, la quasi assenza di fughe e le texture variegate consentono di lavorare in modo creativo sulla morfologia dell'edificio.”
Questo progetto ha sfruttato a pieno tutte le previsioni normative in materia di bonus energetiche e ha ottenuto la certificazione LEED GOLD. Una parte del materiale delle carpenterie metalliche è riciclato, è presente la raccolta delle acque piovane che viene messa in ricircolo, c’è un parcheggio per le biciclette e uno spogliatoio con docce per i ciclisti.
I nuovi elementi architettonici definiti da Asti Architetti fanno percepire l’edificio con più chiarezza rispetto al preesistente e lo caratterizzano maggiormente rendendolo più permeabile alla piazza.
Scheda tecnica:
Via Ceresio 7-9, Milano
Edificio convertito a uffici con spazi commerciali al piano terra
Committente: KRYALOS SGR S.p.A.
Consulente per l'investitore: BARINGS REAL ESTATE ADVISERS
Progetto architettonico e direzione lavori: Asti Architetti
Rivestimento facciate cieche: Marazzi
Photo credits: Stefano Gusmeroli
Milano, novembre 2021
Ufficio stampa:
Map Design Communication – Patrizia Ledda tel 339 47 66974 p.ledda


Asti Architetti riqualifica un “pezzo” della città di Milano tra via Moscova e via Solferino
Asti Architetti riqualifica a retail e uffici un significativo “pezzo” della città di Milano con un intervento che definisce gran parte dell’isolato, denso di storia, compreso tra via Moscova e via Solferino: da sede della Società Cooperativa delle Sete era stato convertito in una Banca. Il progetto di Asti Architetti oggi ridisegna il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata.
Si è conclusa l’operazione di ristrutturazione e riposizionamento del complesso in via Moscova 33, curata da Asti Architetti con il supporto di Buckley Gray Yeoman , sviluppata da Savills Investment Management SGR S.p.A - che si è avvalsa del contributo di Eurotekna in qualità di Development Advisor e Project & Construction Manager- di proprietà di Sericon Investment Fund.
Il palazzo della Banca Popolare Commercio – situato all’angolo tra via Moscova e via Solferino – ha subito svariate trasformazioni: prima caserma della Cavalleria Napoleonica e poi panificio militare del Governo austriaco, verso la metà dell’Ottocento venne trasformato nel “Cortile della Seta”, divenendo perno delle trattative commerciali e punto di ritrovo di commercianti e artigiani della seta, i cosiddetti bigattèe (i setaioli).
La Società delle Sete aveva fatto costruire un grande edificio all’angolo tra via della Moscova e via Solferino con un grande spazio centrale interno coperto che veniva utilizzato per le trattative commerciali e all’origine adibito al magazzinaggio e stagionatura dei bozzoli. Una volta entrato in crisi il settore della seta, e in seguito alla dismissione delle funzioni prettamente tecniche, la Banca orientò la sua crescita in altre direzioni, rilevando anche le proprietà immobiliari e trasformandosi nel 1951 in “Banca Popolare Commercio e Industria”. Il nuovo edificio venne inaugurato solo il 12 giugno del 1954, con una nuova sede notevolmente ampliata e restaurata. Utilizzato come uffici e sportelli bancari, l’edificio ha mantenuto nel tempo la sua importante funzione di sede di rappresentanza, definendo con lo sviluppo delle sue facciate il profilo di una cortina uniforme e priva di decori.
L’intervento di Asti Architetti per la riqualificazione di questo blocco destinato ad ospitare uffici, a forma a corte, tipica degli edifici milanesi, con quattro livelli fuori terra ed uno seminterrato si è sviluppato in un continuo passaggio tra mantenimento e nuova costruzione, creando così un felice connubio tra vecchio e nuovo. Inoltre l’edificio risponde ai requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building), utilizza oltre il 50% di energia prodotta da fonti rinnovabili ed è certificato LEED Gold.
“Il progetto di ripristino non ha snaturato la percezione da parte della città e degli edifici limitrofi, anzi è stata volta ad aumentare la relazione con il contesto urbano circostante”, sottolinea Paolo Asti.
Sono state ampliate le finestre esistenti sui fronti strada: la geometria delle nuove vetrine è volta a mantenere inalterate le caratteristiche originarie della facciata e si pone in continuità con il tessuto urbano adiacente: “la forma delle nuove vetrine - in asse con le finestre esistenti ai piani alti - è stata ereditata dall'attuale ingresso ad angolo tra le vie Moscova e Solferino, della filiale bancaria, introdotte con la ricostruzione post bellica del 1954”, precisa l’architetto.
La trasformazione delle finestre con la modifica della serramentistica e l’introduzione di telai a scomparsa, permettono di esaltare il senso di permeabilità visiva con la città e trasmettere al palazzo un’immagine di modernità.
Altro intervento importante è stato il posizionamento di una nuova copertura vetrata della corte centrale, costituita da una scansione di shed di diverse dimensioni; questa tipologia di copertura oltre a consentire una notevole illuminazione diurna, vuole essere una citazione dell’originaria funzione industriale. L’imposta di questa nuova copertura rimane infatti invariata rispetto alla copertura originaria, che risale al 1904. Tramite questa nuova copertura è stato migliorato il filtraggio della luce naturale, e regolato il ricambio dell’aria, perché la struttura è dotata di meccanismi di apertura meccanizzata.
L’intento è stato quello di mantenere la percezione dell’appartenenza ad un “unicum” architettonico elevandone però la qualità e le prestazioni energetiche anche grazie all’utilizzo di elementi architettonici moderni per il trattamento delle facciate prospicienti lo spazio interno centrale che è stato ridefinito con un nuovo assetto “da piazza coperta” e multifunzionale.
L’immobile ospita sia attività retail sia uffici. E’ stato locato il 75% degli spazi uffici a Loro Piana, compresa la corte interna, e tuttora sono stati sottoscritti altri due contratti di locazione - con Flexform S.p.A. e Calligaris Group (per i brand Calligaris, Ditre Italia e Luceplan) - per due unità retail.
Gli ultimi due piani, ridefiniti con un rivestimento continuo vetrato, si configura come una vera e propria “lanterna” sulla città, staccandosi volutamente dal contesto storico sottostante e si presentano come un luogo di lavoro privilegiato: immerso nella luce, affacciato su Milano. Come ha sottolineato Paolo Asti: “la copertura vetrata rappresenta l’involucro di nuove volumetrie portate verso l’alto in seguito a una sapiente movimentazione delle superfici interne”.
Photo credits: Stefano Gusmeroli
Denominazione progetto: il “Cortile della Seta”
Ristrutturazione: Asti Architetti
Indirizzo: Via Moscova, 33
Volumetria: superficie totale di circa 25.900 mq,
Developer Manager: Savills Investment Management SGR S.p.A con il contributo di Eurotekna in qualità di Development Advisor e Project & Construction Manager
Fund Manager: Sericon Investment Fund
Impresa di costruzione: Carron Cav. Angelo S.p.A..
Milano, 15 settembre 2021
Ufficio stampa Asti Architetti:
Map Design Communication – Patrizia Ledda tel +39 339 47 66974 p.ledda@mapdesign.it


Luca De Felice e Simposio Design Creatori di storie
Progettare facendo affiorare il genius loci: nei materiali, nei richiami visivi, con rimandi sottili alla cultura che caratterizza il luogo. E realizzarli, con maestria, conoscendo il limite di ogni materiale e superandolo ogni volta.
I progetti di Luca De Felice, fondatore e mente creativa di Simposio Design, nascono da tutto questo. E poi la capacità di ascoltare i desideri dei committenti, anche quelli impossibili, trovando una soluzione pratica e poetica che possa soddisfarli. Ma per raccontare come si materializzano i suoi progetti, bisogna fare un passo indietro. Entrare nei meandri della sua poliedrica formazione: designer e artista, inizia lavorando nel mondo dell’arte, collaborando con alcuni grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale, passando alla grafica per l’architettura, affiancando architetti di fama internazionale. Passi importanti che lo hanno portato nel 2002 a vincere una borsa di studio per la Howard Gilman Foundation di New York, dove resterà per due anni. Al suo ritorno in Italia decide di mettere tutte le sue conoscenze a servizio di un'altra forma d’arte, l'artigianato, diventando esperto nella lavorazione di ogni tipo di materiale: un apprendimento empirico che è alla base, anche oggi, di ogni suo lavoro. “Chi non sa trattare i materiali, non può capirne le potenzialità né sa comunicare il progetto agli artigiani che lo realizzeranno” racconta Luca De Felice.
Viene quindi chiamato come site manager e art director di Design2000 International, vivendo tra Montecarlo, per la realizzazione di 5 ville sulla riviera francese, Doha per la Alfardhan Tower e altre ville private, Angola, Vienna, Londra e Parigi per la realizzazione di altri progetti. Dal 2007 al 2016 guida il dipartimento di decorazione di Exclusiva Design, società che lo coinvolge anche nel processo di progettazione, portando avanti lavori complessi in Siberia, a San Pietroburgo, Mosca, Parigi, Saint Moritz e Montecarlo. In questo periodo lavora inoltre in Cina, tra Bejiin e Shanghai e nel 2013 partecipa come ospite italiano alla Design week di Guangzhou.
Nel 2017 diviene direttore artistico di Manodopera e in soli 3 anni realizza una Spa privata in Russia, un ristorante stellato vicino Roma, una villa di 2000 mq a Roma, un progetto per un appartamento di 3000 mq a San Pietroburgo, una villa a Tenerife.
Nel frattempo Luca De Felice si nutre sui libri, più di 3000 nella sua personale biblioteca, perché i progetti non posso prescindere da una cultura profonda che non riguarda solo le lavorazioni artigianali ma trae le sue origini dall’arte, dalla filosofia, dalla letteratura. Perché i suoi progetti, di lusso certo, sono progetti narrativi: parlano della storia del luogo in cui si trovano, riportano alla luce simbolismi quasi dimenticati, toccando le corde emotive di chi li vede.
Ed è in questo che sta la differenza: i suoi progetti sono unici, racconti esclusivi di mondi capaci di trasmettere emozioni. Da queste sue esperienze nasce, nel 2020 Simposio Design, un altro capitolo della vita di De Felice. Simposio, un nome che trae origine dall’antica Grecia come concerto di menti, conviviale, tra persone che della propria passione hanno fatto una ragione di vita.
Negli anni, infatti, Luca De Felice si costruisce una rete di professionisti eccellenti: Manodopera per i manufatti e le decorazioni, Vetreria Bazzanese per il vetro, Brenta Imperial per i lavori di falegnameria, M Group per gli imbottiti. “Quelli che vedrete muoversi intorno al nostro tavolo sono i rappresentanti dell’eccellenza artigianale italiana. Non sono i soli, certo. Esistono molte aziende eccellenti in Italia, paese ricco di materie prime di qualità, professionisti impeccabili, maestri artigiani. Ho impiegato due terzi della mia vita professionale a individuare le aziende che oggi fanno parte di questa squadra e la differenza tra queste e tutte le altre è sempre una sola: le persone. È dalla collaborazione con queste persone che nasce l’idea di Simposio Design.”, sottolinea De Felice.
Sono questi gli attori che, in concerto con lui, definiscono tutti gli interventi di interior dimostrando che arte e design non si annullano a vicenda ma possono alimentarsi trovando l’equilibrio perfetto tra forma e funzione, bellezza e utilizzo.
Bruno Munari, artista, designer e scrittore, sosteneva che l’artista ha lo scopo di creare un prodotto unico, che ha valore in quanto tale, senza regole: lo scopo è quello di suscitare emozioni e sensazioni; il designer, invece, crea un prodotto serializzato, industriale, senza un valore intrinseco, con regole precise. Poi sono arrivati i Maestri italiani come Ettore Sottsass e Gaetano Pesce che hanno aperto la strada alla Design Art, sfumando i confini tra le due discipline.
Simposio Design rappresenta proprio il connubio tra design e artigianato: la fusione perfetta tra mente e mano, visioni e racconti. Realizzando progetti di interior unici ed esclusivi che racchiudono un’anima: partendo dal genius loci e dalla visione personale di Luca De Felice, arriva a concretizzarsi in una ambiente emozionale, dove ogni singolo dettaglio è accuratamente studiato e concorre all’armonia del tutto.
I lavori di Simposio Design diventano così un concerto di menti e di mani che, sapientemente scelte da Luca De Felice, esprimono il meglio dell’artigianato italiano. Una riscoperta del saper fare che, la ricerca continua di Luca, aiuta a portare all’interno del progetto contemporaneo.
Simposio Design ha scelto Milano come sede del suo studio e showroom, in viale Umbria 49. Un luogo dove, su appuntamento, si possono vedere i progetti di interior e gli arredi realizzati su disegno e creati dal team di artigiani coinvolti.
Oltre a incontrare Luca De Felice che, attraverso le sue parole e il suo entusiasmo, riesce a trasmettere tutta la passione che anima Simposio Design.
In occasione del FuoriSalone di Milano 2021, Simposio Design ospiterà “Tempo e luogo della Materia” una mostra dei modelli in ceramica delle architetture di Gianluca Peluffo, prodotti nelle fornaci di Albissola. I pezzi sono una visualizzazione in scala del progetto, attraverso la tecnica tradizionale della ceramica di Albissola che, appartiene alla memoria e alle origini dell’architetto.
Milano, 22 luglio 2021
Ufficio Stampa Map Design Communication
Patrizia Ledda 3394766974 p.ledda@mapdesign.it
Sara Foschi 3396986744 info@mapdesign.it


Favij e Pow3r, i due volti più iconici del gaming italiano, sono stati coinvolti da WSC nella realizzazione delle loro nuove gaming room progettati dall’Architetto Fabio Novembre.
Favij e Pow3r, i due volti più iconici del gaming italiano, sono stati coinvolti da WSC (Web Stars Channel) nella realizzazione delle loro nuove gaming room. L’agenzia creativa ha pensato di rivoluzionare le loro case creando degli ambienti polifunzionali e affidando il progetto all’Architetto Fabio Novembre.
WSC, la digital company che ha ideato Defhouse, la Content House italiana abitata da giovani influencer, ha messo a punto un nuovo progetto: la creazione di due gaming room progettate ad hoc e destinate a Favij, content creator con oltre 9 milioni di follower tra YouTube e Instagram, e Pow3r, streamer di Twitch e pro-player del team internazionale di e-sports Fnatic per permettere loro, grazie alle potenzialità della tecnologia, di rimanere sempre più connessi con le persone delle loro community.
“Dopo aver costruito Defhouse, la prima Content House in Italia per la GenZ, abbiamo capito quanto creare un posto unico fosse un punto d’attrazione dirompente, un media che parla con personalità. Vodafone offre uno strumento fondamentale per i creativi del web: la connessione di altissimo livello. Per poterlo esprimere ad alta voce, abbiamo selezionato 2 icone del web, che sono in video 365 giorni all’anno, e che sognavano di avere il posto perfetto, delle gaming room tecnologiche e di design: Favij e Pow3r..”, spiega Luca Casadei, Ceo di WSC.
Il progetto dell’Architetto Fabio Novembre, è partito dall’obiettivo di creare due diverse gaming room ritagliate sulle personalità dei due content creator. Da un lato Favij, un ragazzo spontaneo e ironico, con base a Milano che nei suoi video si diverte con i gameplay ma racconta anche vicende personali. Oltre ad essere appassionato di Giappone, videogames, Harry Potter e Funko Pop. Dall’altro Pow3r, un atleta Adidas e appassionato di moda e design, Pro player e appartenente al gruppo gaming FNATIC. Pioniere di Twitch ha una sfrenata passione per la tecnologia e l’hardware, oltre ad adorare Star Wars e le spade laser.
Entrambi gli spazi rappresentano l’alcova ideale del gamer: un’esperienza immersiva che non è solo indirizzata al gaming, ma crea ambienti stimolanti dove protagonista è la tecnologia abbinata a un design unico e ricercato.
Nei due progetti, affidati da WSC a Novembre Studio, l’iconico rosso di Vodafone, diventa simbolo della potenza della rete e della tecnologia al loro interno, trasformando ogni angolo in un potenziale set per i loro contenuti. Allo stesso tempo, sono luoghi estremamente confortevoli, o perfetti anche per momenti più intimi e di relax.
“Come progettista il mio dovere è raccontare il tempo in cui viviamo, e la nostra contemporaneità è un mix di fisico e digitale. Questi ragazzi sono dei professionisti affermati che trasformano quel mix in uno spettacolo. Ho sempre progettato spazi che servissero a far incontrare le persone e in questi due appartamenti arrivano nello stesso momento più persone che in uno stadio da calcio!” ci racconta Fabio Novembre.
Discorso a parte per la tecnologia: è stato infatti sviluppato un sistema “multi-set” che permetterà ai due creator di produrre contenuti in live streaming in continuità, anche spostandosi da un ambiente all’altro dei loro appartamenti, come in un vero e proprio studio televisivo.
Gaming room di Favij
Il progetto dell’appartamento di Favij, presenta anime diverse, ogni ambiente è stato studiato per affrontare il tema del gaming, ma da punti di vista variegati seguendo l’approccio dello youtuber. Da un lato infatti trova spazio un corner con un approccio legato agli anni 80, sia in termini di design con neon e grafiche sci-fi, che con l’inserimento di un arcade a tema. Dall’altro il soggiorno diventa un’area per contenuti più rilassati e per un gaming più legato alle consolle: in questo ambiente i led, e le forme diventano più contemporanee così come i pezzi di design di Kartell. Rispetto al passato inoltre Favij, potrà comunicare in modo più intimo e diretto con i suoi fan in un ambiente dedicato, un booth rosso altamente tecnologico. Nella gaming room al contrario, l’ambiente diventa più intenso: il nero diffuso e le luci dinamiche portano l’attenzione sulle performance del gamer. Ovviamente non mancano oggetti più pop che rimandano alle passioni di Favij come la libreria Robox che strizza l’occhio alle anime giapponesi, il pc che dispensa merendine o la porta a tema astronave.
Gaming Room di Pow3r
Pow3r ha uno spirito molto attento al design e allo stile e il suo progetto inevitabilmente rispecchia queste sue passioni. Lo spazio è diviso in due blocchi, uno dedicato al gaming e l’altro alle dirette più rilassate. Nel primo i colori sono scuri e i led a contrasto invadono lo spazio; la figura dell’esagono è ricorrente sulle pareti con grafiche e nanoleaf e nel design dell’espositore delle sneakers da collezione retro illuminato. Nel secondo l’atmosfera è più solare e la luce rimbalza naturalmente sulle grandi tende argentate cangianti che fanno da quinta. Lo spazio centrale è invece occupato da poltrone di design di Driade e dal grande simulatore.
WSC® è la Digital Company specializzata nel creare contenuti attraverso l’anima del gruppo, i creator più seguiti d’Italia come Favij, i Mates, LaSabri e Giulia Penna, Yotobi e Pow3r. Nel 2020 ha lanciato il progetto internazionale “Defhouse”, la casa della GenZ in cui vive un gruppo di giovanissimi influencer. WSC è nata nel 2012 da un’intuizione di Luca Casadei, è la prima realtà sul mercato italiano ad avere compreso le logiche della rete ed il potenziale dei contenuti web-nativi, traducendoli in opportunità per il mercato. Grazie alla sua capacità di dialogare con le piattaforme digital, WSC® si è consolidata nel panorama nazionale come fucina di nuovi talenti e come punto di riferimento per tutti i brand che scelgono di comunicare con le nuove generazioni, dai Kids alla GenZ. La piattaforma editoriale di Web Stars Channel, grazie all’eccellenza delle quattro Business Unit distinte ma sinergiche tra loro, può contare su numeri di tutto rispetto: WSC® è la 29a azienda in Italia (su 350) per una crescita media del fatturato media del 117% nel triennio 2014/17. Nel 2019 la sua piattaforma editoriale ha registrato oltre tre miliardi e mezzo di visualizzazioni e più di diciotto miliardi di minuti totali guardati dalle generazioni connesse.
Milano, giugno 2021
Ufficio Stampa Map Design Communication
Patrizia Ledda 3394766974 p.ledda@mapdesign.it
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Asti Architetti e Hines Italy restituiscono nuova vita all’iconica Torre Tirrena progettata dai fratelli Soncini in Piazza Liberty, nella Milano degli anni Cinquanta.
Lintervento di restyling "gentile” dell'architetto Paolo Asti, della storica Torre Tirrena ora denominata The Liberty Tower - sviluppato da Hines Italy - ha portato alla ridefinizione urbana della piazza Liberty, a due passi dal Duomo, in dialogo con il progetto ipogeo del flagship store Apple di Foster + Partners.
Nel corso degli anni, l’attività dello studio Asti Architetti fondata nel 2004 da Paolo Asti – figlio d’arte, suo padre è tra i padri fondatori dell’ADI - si è andata specializzando verso il recupero del patrimonio edilizio puntando a dare nuova dignità architettonica ad edifici preesistenti. Per questo motivo Paolo Asti ama definire il suo modo di progettare come “architettura gentile”: “un’architettura che si pone in maniera ‘gentile’ nei confronti del committente e del contesto, che non contrasta mai in maniera eccessiva, che utilizza materiali locali, che prova a reinterpretare le basi compositive della facciata italiana, un’architettura legata in qualche modo alla mia persona (mi ritengo una persona gentile come approccio) nel senso che non mi sovrappongo a chi abiterà i miei spazi. Proponiamo infatti sempre dei tagli e delle distribuzioni interne e dei materiali che non sono mai impositivi dell’ego dell’architetto: noi facciamo architettura per il largo pubblico, con interventi diffusi, non gridati, caratterizzati da una grande attenzione al dettaglio”.
Sono già numerosi gli immobili di pregio siti nel cuore di Milano che sono stati oggetto di un restyling che rispondesse alle esigenze di un rinnovamento architettonico e di un adeguamento funzionale pur nel rispetto della specificità originaria dell’edificio come per esempio l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ora sede di Starbucks, il recupero dell’ex Banco di Roma in piazza Edison, la riqualificazione della vecchia struttura anni Trenta in via Fabio Filzi 29, oppure l’edificio al civico 16 di Foro Buonaparte.
In questo contesto si inserisce l’intervento di recupero della Torre Tirrena realizzata dai fratelli Eugenio ed Ermenegildo Soncini tra il 1955 e il 1956: due protagonisti dimenticati dell’architettura milanese già autori del Grattacielo di Milano nel lotto d’angolo fra Via Vittor Pisani e Piazza della Repubblica insieme a Luigi Mattioni tra 1950 e il 1955.
Negli anni cinquanta con la Torre Tirrena – ora denominata The Liberty Tower - alta 46.5 metri con 11 piani, si intendeva creare un fondale alla nuova piazza prevista dal piano regolatore nel centro cittadino. Presenta un prospetto dinamico, movimentato dai riflessi e della sporgenza dai pilastri, che attraversano il volume come nervature tese, ricongiunte nell’attico. Rimarcano la verticalità della struttura, calcolata da Cesare Fermi, i contrasti cromatici delle finiture: gli elementi portanti sono rivestiti in klinker di colore grigio-verde-bluastro, mentre le fasce marcapiano sono in alluminio anodizzato nero semilucido. Le vetrate della cortina sono montate su infissi basculanti in legno e alluminio. La pianta, quadrata con agli angoli smussati, concentra scale e ascensori sul retro e si adatta sia agli spazi commerciali del piano terra e del primo piano, sia agli uffici dal secondo al quarto, sia agli appartamenti residenziali che erano collocati dal quinto all’attico.
Asti Architetti ha curato il progetto di riqualificazione di Torre Tirrena con destinazione mista (retail e direzionale) sulla base di una visione strategica di sviluppo guidata da Hines. I lavori sono appena stati conclusi.
Questo intervento di Asti Architetti completa e definisce piazza Liberty in dialogo con il progetto ipogeo del flagship store Apple di Foster + Partners che scava la piazza - enfatizzata dalle fontane a cascata - con un anfiteatro a gradoni: “il rapporto con la piazza risulta evidente”, sottolinea Asti, “il disegno della facciata della torre, ora esaltata nelle sue caratteristiche di verticalità - finalmente riconsegnata alla città anche come presenza notturna grazie alle strip-led che esaltano gli elementi verticali strutturali - si relaziona con il parallelepipedo vetrato a contenimento della fontana e con l’illuminazione della piazza”.
All’esterno, della The Liberty Tower, è stata valorizzata la chiarezza strutturale dei “pilastrini binati” della facciata che sdoppiandosi con raccordi inclinati segnano la verticalità della torre definendo la base e la parte sommitale creando un forte contrasto di luci e ombre: “nel progetto di riqualificazione – spiega Asti - ho adottato un approccio basato sulla conservazione e sull’enfatizzazione dei caratteri fondamentali del disegno originario fatto dai fratelli Soncini: The Liberty Tower è unica a Milano per la sua facciata ‘a caramella’ che nella base si ‘accartoccia’ su se stessa concludendosi nella parte sommitale con una rientranza dei propri elementi connotanti dello sviluppo verticale “.
Gli interni sono stati invece completamente ristrutturati e rifunzionalizzati negli aspetti impiantistici energetico strutturali (ad oggi è stata ottenuta la LEED Gold Pre-certified; Hines è leader mondiale circa i temi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica nel rispetto dei più elevati standard internazionali).
In copertura, prima adibito a locali tecnici (ora posizionati negli interrati) è stato realizzato un nuovo volume vetrato arretrato rispetto al filo della facciata con un ampio terrazzo dotato di ampie vasche piantumate (cinque ulivi sono stati posizionati in continuità della fuga verso l’alto dei pilastrini della facciata principale) come affaccio sulla città e open house degli uffici che l’edificio ospita.
Torre Tirrena, ora The Liberty Tower
Progetto: Eugenio Soncini, Ermenegildo Soncini
Progettista strutturale: Cesare Fermi
1955-1956
Restyling: Asti Architetti
Piazza Liberty, 4
Altezza: 46,50 m
Piani fuori terra: 11 escluso il piano terra
Developer Manager: Hines Italy
Fund Manager: Savills Investment Management SGR
I principali fornitori
Off. Met. Crippa Comm. Giuseppe srl (serramenti)
Germagnoli srl (marmi e pietre)
Milani spa (impianti elettrici)
Termotecnica Garolfi srl (impianti meccanici)
GC Ediltecno Restauri srl con Stedil srl (General Contractor)
Milano, 1 febbraio 2021
Ufficio stampa: Map Design Communication – Patrizia Ledda tel 339 47 66974 p.ledda@mapdesign.it


Asti Architetti, fondato da Paolo Asti, ha convertito il preesistente edificio in un hotel contemporaneo ad alti standard prestazionali che sarà inaugurato ad aprile. La riqualificazione di Asti Architetti ha interessato anche la porzione dell’isolato che affaccia in via Montegrappa 27.
Asti Architetti e il progetto architettonico dell’Hotel Milano Verticale | UNA Esperienze 4*S che inaugura ad aprile
Asti Architetti, fondato da Paolo Asti, ha convertito il preesistente edificio in via De Cristoforis 6 - composto da due corpi e disposto a “L” - in un hotel contemporaneo ad alti standard prestazionali che sarà inaugurato ad aprile. Il progetto ha dato grande enfasi sugli spazi collettivi e si è concentrato anche sul ridisegno dell’annesso giardino interno secondo una concezione contemporanea dell’hospitality. La riqualificazione di Asti Architetti ha interessato anche la porzione dell’isolato che affaccia in via Montegrappa 27.
Il progetto di ristrutturazione di ASTI ARCHITETTI - che ha trasformato il precedente edificio nell’hotel Milano Verticale | UNA Esperienze 4*S dal carattere internazionale, collocato tra via De Cristoforis e via Rosales - si trova nell’area di Porta Nuova – Garibaldi – Corso Como, vera e propria “nuova centralità” del rinnovamento urbano milanese.
L’edificio, preesistente, è stato completamente ristrutturato dallo studio Asti Architetti in un’operazione complessa di “ricucitura urbana” che ha permesso di riqualificare l’intero isolato: Asti Architetti aveva già ristrutturato nel 2017 la porzione dell’edificio residenziale che si affaccia in via Monte Grappa 27.
“Questo progetto ha interessato una torre di dodici piani con una stecca di quattro che si estende in lunghezza per cinquanta metri: l’intervento ha restituito un nuovo ritmo alle facciate e ha consentito un’accurata rifunzionalizzazione degli interni. E’ stato concepito in modo da rivelarsi completamente permeabile tra interni ed esterni: è stata infatti ridisegnata la piazza esterna, e il giardino interno di oltre 1000 mq ricuce il rapporto tra facciate ed esterni dando continuità al verde tra spazio pubblico e privato”, ha sottolineato Paolo Asti.
Il progetto di architettura di interni, landscape e verde affidato a VUDAFIERI-SAVERINO PARTNERS ha contribuito a superare la concezione tradizionale di “albergo” creando uno spazio che è allo stesso tempo un hotel urbano, una destinazione food & beverage, un luogo di incontro per il lavoro, un hub di servizi innovativi.
L’albergo comprende 173 camere distribuite su 12 piani ai quali si aggiunge il rooftop di 530 metri quadri al 13esimo piano e 4 Penthouse Suite: 4 attici-superattici esclusivi dotati di ampie terrazze panoramiche.
Photo credit Stefano Gusmeroli
Scheda tecnica
Hotel 4 stelle superior
Via Carlo de Cristoforis 6/8
20124 Milano
Progetto architettonico generale, progetto facciate e direzione lavori: Asti Architetti
Concept generale, progetto di architettura di interni, interior decoration, landscape e verde: Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino; VUDAFIERI-SAVERINO PARTNERS Milano-Shanghai
Consulente progetto del verde: P’Arcnouveau
Consulente progetto luce: Studio Amort
Consulente sviluppo tecnico progetto: Cristofori Santi Architetti
Superficie Lorda Totale: 8.980 mq
Numero Camere: 173
Milano, 22 febbraio 2021
Profilo Paolo Asti
Paolo Asti nasce a Milano il 4 settembre 1963 e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1990. Dopo la prima esperienza progettuale presso Gregotti Associati, nel 2004 fonda a Milano lo studio “Asti Architetti” oggi in via Sant’Orsola 8, nel cuore della città.
Milano, la sua città è anche il luogo in cui opera: “poter trasformare per pezzi Milano, la città dove sono nato, nel tentativo di migliorarla è sempre stata la molla principale della mia attività di architetto” dichiara.
E’ l’architetto del real estate, della committenza privata, dalle banche alle assicurazioni, ai grandi operatori immobiliari che vedono negli investimenti in città grandi opportunità di business, ma è soprattutto un professionista attento e sensibile che si occupa della ristrutturazione e della ri-funzionalizzazione di palazzi storici cercando di interpretare al meglio le norme urbanistiche vigenti e le esigenze attuali dell’abitare che si è ritagliato un ruolo di tutto riguardo come “riqualificatore e trasformatore dell’esistente” nell’intento di riportare gli edifici a nuova vita e nella convinzione che gli immobili abbiano una loro potenziale continuità storica, che non debba necessariamente passare tramite la demolizione.
Nel corso degli anni infatti l’attività di Asti Architetti si è andata specializzando proprio verso il recupero del patrimonio edilizio puntando a dare nuova dignità architettonica ad edifici preesistenti. In questo senso sono già numerosi gli immobili di pregio siti nel cuore di Milano che sono stati oggetto di un restyling che rispondesse alle esigenze di un rinnovamento architettonico e di un adeguamento funzionale pur nel rispetto della specificità originaria dell’edificio come per esempio l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ora sede di Starbucks, il recupero dell’ex Banco di Roma in piazza Edison, la riqualificazione della vecchia struttura anni Trenta in via Fabio Filzi 29, oppure l’edificio al civico 16 di Foro Buonaparte.
L’attività dello studio che attualmente conta un nucleo operativo di circa 40 persone, spazia dal residenziale alla progettazione di uffici, al commerciale e si concentra in particolare su operazioni di riqualificazione (interventi progettuali per aumentare il valore immobiliare) di interi fabbricati storici realizzati tra gli anni Trenta e Sessanta nel cuore di Milano.
Le scelte progettuali sono caratterizzate da un forte rispetto ed una spiccata sensibilità per le linee delle aree limitrofe, con un occhio attento a dare un’immagine di modernità attraverso l’uso di materiali e soluzioni tecnologiche d’avanguardia ed ecocompatibili al fine di assicurare un deciso miglioramento del livello di qualificazione energetica dell’edificio sia in termini di bassi costi di gestione che di prestazioni energetiche elevate, nel rispetto di tutte le normative di riferimento.
Ufficio stampa: Map Design Communication – Patrizia Ledda 339 47 66974 p.ledda@mapdesign.it


Adrenalina presenta SWING collezione di divani e poltrone essenziali e versatili.
Dall’incontro tra Adrenalina e il duo italiano Debonademeo nasce la sperimentazione di nuovi scenari, caratterizzati da un design più sobrio ed essenziale. L’importanza dei maestri artigiani è uno degli elementi che accomuna l’universo progettuale dei due designer con l’azienda la quale, affonda le sue radici nella manifattura artigianale che sfrutta la propria esperienza per mettere a punto forme semplici dai dettagli ricercati. Altro elemento è la libertà espressiva e l’esplorazione di nuovi territori estetici.
“Da un po’ di tempo ci sentivamo attratti dal mondo di Adrenalina, riconoscibile per i suoi prodotti iconici, mai banali e per un senso di libertà espressiva identificabile nelle forme e nei colori. Una volta entrati nel vivo in questa realtà, ci siamo resi conto di come questo senso di libertà non sia solo apparente, ma si respiri in ogni fase della produzione: dalla condivisione dei brief al perfezionamento dei progetti; dalla prototipazione alla scelta dei materiali, dalle finiture alla selezione dei tessuti. Un senso di libertà che si somma alla professionalità e al know how di tutti i collaboratori che partecipano allo sviluppo di nuove collezioni.” Dichiarano Luca De Bona e Dario De Meo.
Swing è una collezione di divani e poltrone che mescola reminiscenze storiche a un design innovativo. La struttura è in tubolare metallico cui è agganciata la seduta in tessuto.
“Ci siamo ispirati al concetto di sinestesia cercando di far convivere in un divano sensazioni diverse. La rigidezza della struttura si accompagna alla morbidezza delle imbottiture, la freddezza dei metalli si veste e si scalda per mezzo dei tessuti che, a loro volta, si combinano a seconda dell’utilizzo. - raccontano i designer - A prima vista appare un design rigoroso e composto, ma appena ci si siede le sensazioni cambiano e si percepisce un senso di libertà, comodità e benessere. Per questo motivo lo abbiamo chiamato Swing, termine dai molteplici significati: come l’altalena che è rievocata dalla struttura del divano sulla quale le sedute sembrano appese; come il ritmo e come il ballo tipico degli anni ‘20 e ‘30 dall’andamento fluttuante e dinamico, che si percepisce al primo sguardo vedendo l’alternarsi di pieni e vuoti, linee rette e curve, verticali e orizzontali.”
scheda tecnica divano Swing
Designer: Debonademeo
Tipologia: divano, poltrona
Rivestimento: bouclé di lana Pierre Frey, agnello sintetico Pierre Frey, lane Kvadrat
Materiali: Struttura tubolare in metallo, imbottitura in poliuretano
Dimensioni: 1P L79 P81 H81 Hs45,
2P L150 P81 H81 Hs45,
3P L221 P81 H81 Hs45,
Luca De Bona e Dario De Meo, rispettivamente architetto e designer, si incontrano a Milano e, uniti dalla passione per il viaggio reale e metaforico, nel 2013 fondano lo studio De Bona De Meo a Padova. Sviluppano una ricerca in micro e macro scala che rilegge e fonde vari ambiti: architettura, design, grafica e arte per creare ambienti e oggetti innovativi, capaci di raccontare storie e indurre emozioni. I loro progetti, identificabili per la commistione tra evocazioni romantiche e rimandi industriali, sono comparsi in numerose testate di settore nazionali e internazionali. Collaborano con prestigiose aziende di arredo, illuminazione, decorazione occupandosi di interior design, direzione artistica, ideazione di concept e sviluppo di prodotti. Parallelamente all’attività progettuale svolgono entrambi attività didattiche presso scuole e università di settore.
www.debonademeo.it
ADRENALINA
Adrenalina è libertà di esprimersi, di fantasticare ad alta voce, di dare colore all’immaginazione, che prende forma in sedute iconiche ed all’avanguardia. La cura per il dettaglio tecnico, la grande attenzione alle morbidezze e una strizzatina d’occhio ai trend del mondo fashion plasmano la filosofia Adrenalina: sedute che rompono gli schemi, capaci di conferire unicità al luogo che le ospita senza mai rinunciare al comfort. Adrenalina attinge all’esperienza ed alla sapienza della manifattura artigianale coniugata alla ricerca di materiali innovativi ed allo sviluppo di moderne tecniche di lavorazione, mantenendo il carattere di un atelier che sa interpretare i desideri di chi ama circondarsi di pezzi fortemente protagonisti dalla vocazione sperimentale. Adrenalina è il rifugio dell’originalità, lo spazio in cui la differenza è un valore da tutelare. Adrenalina è un brand di Domingo Salotti srl, nato nel 1999 con la voglia di dare spazio a forme eclettiche e ad un concetto innovativo di imbottiti per il contract e per la casa, reinterpretando l’oggetto seduta come elemento iconico e scultoreo stupefacente ma estremamente confortevole. Collaborano con Adrenalina numerosi designer italiani e stranieri.
Ufficio stampa
MAP DESIGN
www.designpress.it
ADRENALINA
Referente Stampa Valentina Bigiarini


La prima Concept House in Italia e al mondo dove gli abitanti, giovani influencer, vengono stimolati in continuazione a coltivare il proprio talento.
Il concetto delle collab houses, travestite da ville miliardarie, piscine mozzafiato e vissute da gruppi di influencer come protagonisti, cambia totalmente. E in positivo. Non più luoghi-palcoscenico dove l’unico scopo è quello di dare spettacolo e creare engagement: ora è arrivato il momento di dare sostanza, creando cultura e spessore, sensibilizzando gli abitanti della casa verso temi importanti, in modo che i talenti dei residenti vengano stimolati e coltivati per non diventare solo delle meteore che si esauriscono in un lampo tra una foto e un passo di danza. Per questo è nata la Defhouse, un progetto firmato da WSC®: la prima Concept House in Italia e al mondo che non è solo una location ma un vero e proprio canale di comunicazione e un hub di formazione.
Una casa dove i protagonisti non sono gli abitanti ma il suo stile, il suo modo di comunicare, i suoi ambienti e la sua voglia di educare e sensibilizzare il mondo dei ragazzi verso temi importanti: la Defhouse parla infatti direttamente alla GenZ diventando un’Accademia del talento attraverso i suoi profili Instagram e TikTok e sul suo canale YouTube. “I ragazzi all’interno della Defhouse non sono più intelligenti di altri ma sono consapevoli di quanto sia importante lavorare sulla propria crescita personale”, spiega Luca Casadei, CEO e Founder di WSC® e prosegue: “I giovani di questa generazione hanno una bassa soglia di attenzione, non sanno molto al di fuori dal social e vogliono diventare famosi: ingredienti perfetti per raggiungere un successo che si volatilizzerà in un lampo senza lasciare alcun segno”. Le prime due regole non scritte che hanno accettato i ragazzi per entrare nella Defhouse, sono: nutrirsi di sapere per imparare a scegliere in che futuro vogliono vivere, e lasciare da parte la superbia per poter dare valore a ogni bella cosa che gli capiterà”. Racconta Giuseppe Greco, socio e direttore creativo di WSC®: “Il gruppo dei ragazzi che vive nella casa è frutto di un’attenta e laboriosa ricerca durata diversi mesi. Li abbiamo scelti dopo aver esaminato centinaia di profili social per le loro qualità artistiche e complementari tra di loro. C'è chi è portato per il ballo, chi per il canto, altri per la recitazione e così via. La scelta è stata fatta non in base alla loro popolarità o al numero di follower sui social, ma perché abbiamo intravisto in loro un talento da coltivare e la capacità di funzionare come gruppo, per contaminarsi a vicenda e dare un valore più alto al progetto Defhouse”
La Defhouse comunica attraverso Defne: un’entità indefinita che parla agli utenti e ai ragazzi e si identifica grazie a un’estetica decisa, in bilico tra il Luxury e il Pop. Al suo ingresso si apre il living, circondato da ampie vetrate dove i colori si accendono nel divano, sulle iconiche poltrone di Seletti, sulle pareti e negli accessori, con un soffitto caratterizzato da nuvole (di Magis) illuminate da neon: sorgenti di luce versatili e di grande fascino protagoniste negli anni Ottanta che diventano il fil rouge in tutta la casa, trasformandosi in scritte artistiche sulle pareti o nei curiosi emoticon che identificano i ragazzi della casa. “Siamo a Milano, culla dei movimenti che hanno cambiato il modo di intendere il design: parliamo di Alchimia, Memphis che negli anni Ottanta hanno trasformato l’approccio del design”, racconta l’Art Director John Pentassuglia che ha curato anche il progetto dell’Interior, con il supporto tecnico dell’architetto Emanuele Tresoldi di Tresoldi & Partners.
Colori saturi e fluo, “Instantfriendly”, riprendono sotto una nuova luce l’anima più accesa del filone postmoderno attraverso oggetti e arredi dal forte impatto visivo, utilizzati per catturare la fuggevole attenzione dei social. “La casa infatti è un grande set, di oltre 500 mq, dove ogni angolo, è caratterizzato da grafiche decise e non banali: come il corridoio animato dalle scritte fosforescenti di Luca Barcellona, calligrafo di fama mondiale, che riesce a far convivere la manualità di un’arte antica, come la scrittura, con i linguaggi e gli strumenti dell’era digitale”, spiega l’Art Director. Non mancano ambienti di lusso, come la veranda arredata con una vasca idromassaggio e una sauna Jacuzzi che diventa un angolo rilassante ispirato alle atmosfere orientali. Scendendo verso le camere, le pareti si accendono di grafiche ispirate a Memphis, gruppo creato dal genio di Ettore Sottsass, che negli anni '80 ha dato un calcio al rigore del razionalismo con le sue folli geometrie e i colori puri ed eccentrici. “Una lezione importante interpretata dalle pareti dei corridoi delle scale e, di fatto, presente un po’ in tutta la casa”, racconta John.
La parte privata, quella delle camere dei ragazzi, è introdotta da un corridoio che scandisce il passaggio con effetti luminosi, quasi onirici. Le stanze sono ritagliate sulla personalità dei residenti e, ognuna, viene definita da un colore portante: blu, grigio, rosa o rosso. Iperconnessa, la Defhouse si presta così, in ogni suo angolo, a diventare il set ideale per produrre contenuti ma non si tratta di un reality: i ragazzi sono liberi di uscire e svolgere le attività quotidiane, dovendo solo rispettare le regole di buona condotta e seguire gli studi con profitto. Per avere e trasmettere comportamenti eticamente corretti e diventare un modello per la loro generazione.
Non solo, i ragazzi all’interno della casa vengono coinvolti in continuazione in corsi di formazione su temi artistici, come recitazione e dizione, su temi di attualità, come l’ecologia e la sostenibilità, ma anche sui mestieri moderni. Questa formazione stimolerà così gli ospiti stessi a creare contenuti di livello diverso, insieme alla Defhouse, in modo che la generazione GenZ, a cui si rivolgono, possa vedere in loro degli esempi per coltivare le proprie passioni e ampliare il proprio punto di vista. Perché, come diceva il grande compositore statunitense Roger Miller “Una cosa è avere talento. È un’altra cosa scoprire come usarlo”.
Photo credit: ©Simone Furiosi
Profilo WSC®
Web Stars Channel Group
WSC® è la Digital Company specializzata nel creare contenuti attraverso l’anima del gruppo, i creator più seguiti d’Italia come Favij, i Mates, LaSabri e Giulia Penna, Yotobi e Pow3r. Nata nel 2012 da un’intuizione di Luca Casadei, è la prima realtà sul mercato italiano ad avere compreso le logiche della rete ed il potenziale dei contenuti web-nativi, traducendoli in opportunità per il mercato. Grazie alla sua capacità di dialogare con le piattaforme digital, Web Stars Channel si è consolidata nel panorama nazionale come fucina di nuovi talenti e come punto di riferimento per tutti i brand che scelgono di comunicare con le nuove generazioni, dai Kids alla GenZ. La piattaforma editoriale di Web Stars Channel, grazie all’eccellenza delle quattro Business Unit distinte ma sinergiche tra loro, può contare su numeri di tutto rispetto: Web Stars Channel è la 29 esima azienda in Italia (su 350) per una crescita media del fatturato media del 117% nel triennio 2014/17. Nel 2019 la sua piattaforma editoriale ha registrato oltre tre miliardi e mezzo di visualizzazioni e più di diciotto miliardi di minuti totali guardati dalle generazioni connesse.
Simone Berlini – anni 20
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Davide Moccia – anni 18
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Alessia Lanza – anni 19
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Florin Vitan – anni 19
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Tommaso Donadoni – anni 16
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Yusuf Panseri – anni 18
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Jasmin Zangare – anni 17
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Marco Bonetti – anni 18
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Ufficio Stampa: Map Design Communication
Patrizia Ledda 3394766974 p.ledda@mapdesign.it
Sara Foschi 3396986744 info@mapdesign.it


Il brand lancia una nuova versione di imbottiti LEO rivestita con materiali SEAQUAL
Per Adrenalina, il noto produttore di imbottiti, design e rispetto per l’ambiente sono un impegno concreto. L’attenzione alla sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale, con un occhio sempre attento ai materiali eco-sostenibili disponibili sul mercato sta portando l’azienda ad essere sempre più “verde”.
L’obiettivo di realizzare un’economia sempre più circolare nella filiera dell’imbottito, sta molto a cuore ad Adrenalina. Valentina Bigiarini, responsabile marketing e comunicazione dichiara “L’imbottito è un settore che tuttavia soffre ancora la presenza massiccia di materiali non ecologici e non riciclabili per ciò che riguarda le imbottiture. Per le strutture in legno invece, usiamo solo prodotti certificati FSC e Carb2, e per le parti in ferro e acciaio miriamo ad un corretto smaltimento poiché la rifusione di metalli limita l’apertura e lo sfruttamento di nuove miniere e quindi riduce le emissioni di CO2. Tutti i prodotti Adrenalina possono essere facilmente smontati e scomposti per essere convogliati in raccolte rifiuti differenziate al termine del loro ciclo vita”
E’ questo lo spirito con cui Adrenalina lancia la nuova versione dei divani e delle poltrone LEO, progettata dalla designer russa Daria Zinovatnaya e presentata al pubblico nell’estate 2020, ora rivestita con il nuovissimo Oceanic di Camira Fabrics, un tessuto realizzato al 100% in poliestere riciclato ricavato dal materiale plastico che inquina le spiagge e gli oceani, frutto del progetto SEQUAL, importante iniziativa che coinvolge brand di tutto il mondo con l’obiettivo di mantenere puliti mari e oceani.
Il nuovo materiale high-tech, è anche straordinariamente resistente all’usura e disponibile in una palette di colori pastello tenui e delicati che ben si sposano con il design della Zinovatnaya e che associano questa collezione alla natura e all’ambiente da cui le fibre tessili Oceanic provengono.
Leo ha una fisionomia elegante ed equilibrata, il contrasto tra la rigidità della struttura in tubolare metallico e la morbidezza delle cuscinature imbottite è valorizzato dalle scelte cromatiche. Questi due elementi, contrapposti e complementari, si fondono e si incastrano l’uno nell’altro, uniti da fibbie in tessuto che agganciano le parti morbide alla struttura metallica lungo i bordi dei cuscini seduta. La cifra stilistica di Daria Zinovatnaya mette al centro del progetto la relazione tra colore e geometria e trae ispirazione dai movimenti artistici delle avanguardie russe dei primi ‘900 e dal design postmoderno dei primi anni ’80.
Le forme “postmoderniste” degli elementi d’arredo LEO si inseriscono con fluidità in ambienti residenziali e contract, incontrando le molteplici esigenze di relax di chi è in attesa o di chi desidera un’isola di pace per leggere, dormire e lavorare.
scheda tecnica collezione LEO
Nome: Leo
Designer: Daria Zinovatnaya
Tipologia: divano+poltrona
Rivestimento: tessuto Oceanic di Camira realizzato con plastiche usate riciclate e fibra SEQUAL Yarn realizzata con plastica recuperata dagli oceani
Materiali: Struttura in ferro, imbottitura in poliuretano green riciclato e riciclabile
Dimensioni
Poltrona: L 108 P 84 H 80 Hs39
Divano: L 246 108 P 84 H 80 Hs39
Biografia designer
Daria Zinovatnaya è nata in Crimea a Simferopol nel 1992 e vive a San Pietroburgo. Fin dalla prima infanzia ha coltivato la sua passione per il design. Ha frequentato la scuola d'arte, poi l'Accademia di architettura e subito dopo ha iniziato ad esprimersi con i suoi progetti di design. La base del suo lavoro è il colore e la geometria e, in particolare la combinazione dei piani di colore. Conosciuta per i suoi mobili, oggetti e interni iconici ispirati ad un design postmoderno, Daria è una furniture e interior designer, nonché una nota influencer su Instagram.
ADRENALINA
Adrenalina è libertà di esprimersi, di fantasticare ad alta voce, di dare colore all’immaginazione, che prende forma in sedute iconiche ed all’avanguardia. La cura per il dettaglio tecnico, la grande attenzione alle morbidezze e una strizzatina d’occhio ai trend del mondo fashion plasmano la filosofia Adrenalina: sedute che rompono gli schemi, capaci di conferire unicità al luogo che le ospita senza mai rinunciare al comfort. Adrenalina attinge all’esperienza ed alla sapienza della manifattura artigianale coniugata alla ricerca di materiali innovativi ed allo sviluppo di moderne tecniche di lavorazione, mantenendo il carattere di un atelier che sa interpretare i desideri di chi ama circondarsi di pezzi fortemente protagonisti dalla vocazione sperimentale. Adrenalina è il rifugio dell’originalità, lo spazio in cui la differenza è un valore da tutelare. Adrenalina è un brand di Domingo Salotti srl, nato nel 1999 con la voglia di dare spazio a forme eclettiche e ad un concetto innovativo di imbottiti per il contract e per la casa, reinterpretando l’oggetto seduta come elemento iconico e scultoreo stupefacente ma estremamente confortevole. Collaborano con Adrenalina numerosi designer italiani e stranieri.
Pesaro, 25 novembre 2020
Ufficio stampa: MAP DESIGN info@mapdesign.it www.designpress.it
ADRENALINA: Referente Stampa Valentina Bigiarini pressoffice@adrenalina.it www.adrenalina.it


La connessione tra interni ed esterni crea un continuum con l’ambiente circostante
Nella splendida cornice delle colline di Biella sorge Villa Alce, un edificio contemporaneo progettato da Federico Delrosso, architetto e designer milanese di origini biellesi. Nello stesso contesto si trova anche Teca House, un vero e proprio manifesto dell’architettura di Delrosso, inaugurato lo scorso 14 luglio. Questa volta, l’intervento riguarda la ristrutturazione totale della villa di famiglia di un imprenditore locale, costruita circa cinquanta anni fa in località Cerreto Castello (BI), su progetto dell’architetto Boffa Ballaran. A completamento della villa fanno parte un parco di 10.000 metri quadrati, con una rigogliosa vegetazione di alberi ad alto fusto, un tappeto verde per il gioco del tennis, e un volume costruito dieci anni dopo, per la piscina e le facilities correlate. Dal punto di vista compositivo è stato mantenuto, come unico elemento stilistico, l’intero impianto strutturale e di copertura a falde, caratterizzato da travatura lignea tradizionale e manto in coppi, mantenendo anche i 2 patii esistenti. È stato un modo per bilanciare senza alterare gli equilibri dimensionali del luogo e la sua valenza ambientale, nonché le tradizioni costruttive basate su forme essenziali. Sono stati creati alcuni importanti ampliamenti, chiudendo e rettificando una serie di portici esistenti, ed è stata inserita una nuova forma stereometrica con struttura metallica che prolunga all’esterno lo spazio cucina, reso vetrato nel suo affaccio sul giardino.
Il vetro si è sostituito alla decorazione e al pieno delle pareti, le soluzioni delle vetrate a tutta altezza esaltano i cannocchiali visivi dall’interno verso l’esterno e le medesime partiture permeabili alla luce e allo sguardo diventano un dispositivo che dichiara la ricerca di una totale connessione tra dentro e fuori, nel rispetto del passato di un’opera e di un contesto. La distribuzione è stata completamente riorganizzata attorno al patio centrale, dotato di vetrate completamente apribili, divenendo una corte interna sulla quale affaccia il grande corridoio distributivo. Il corpo principale della villa si sviluppa su un unico piano fuori terra, al quale si addizionano un piccolo soppalco destinato a zona studio e un ampio livello interrato di servizio. Il soppalco è collegato alla zona living da una scala dalla figura grafica e asciutta che sembra quasi sospesa.
La zona giorno si sviluppa nelle aree sud ed est, mentre la zona notte, dotata di sei camere da letto (tra master suite e cinque stanze con relativi servizi) occupa le aree est e nord. La chiusura del grande porticato ad ovest ha permesso la realizzazione dell’area wellness, dotata di sauna e bagno turco Effegibi e una parete attrezzata Technogym, in connessione diretta ma decentrata dalla zona living dal punto di vista stilistico. Un’accurata selezione di materiali ed elementi sartoriali ha reso omogeneo, unificato e senza stacchi, anche sul piano cromatico, ogni parte del manufatto architettonico. Infatti, dal punto di vista espressivo, sono state utilizzate soltanto due materie primarie: la pietra granitica “petit granit” per i pavimenti delle aree giorno (interni in versione levigata, esterni in versione sabbiata) ed il legno di rovere per le aree notte e wellness oltre a tutti i soffitti orizzontali. Il metallo naturale è l’altro elemento che caratterizza la scala e alcune parti dell’arredo.
Gli elementi lighting (le cui luci sono firmate da Davide Groppi e la lampada da terra Hashi disegnata da Federico Delrosso) e audio sono armoniosamente mimetizzati ed integrati nel soffitto e negli arredi
L’area sportiva, con piscina e servizi è stata completamente ridisegnata in coerenza stilistica con la villa padronale, con pavimenti in legno di rovere e resine cementizie (Tecnicem).
Grazie al sistema di domotica By-me Plus di Vimar, all’interno della villa, è possibile controllare dal proprio smartphone luci, temperatura, diffusione sonora, irrigazione, gestione energetica e termoregolazione multizona; per il massimo comfort e la massima efficienza energetica dell’edificio.
La climatizzazione della villa è asservita ad impianto ibrido con pompa di calore aria/acqua, dotata di recupero di calore attivo nel periodo estivo, e caldaia a condensazione, con emissione a bassa temperatura. Quando si attiva il raffrescamento estivo, il calore di condensazione della pompa di calore, viene recuperato e utilizzato per riscaldare l'acqua calda sanitaria. Inoltre, la struttura è dotata di VMC (ventilazione meccanica centralizzata) con recupero termico ad alta efficienza. L’impiantistica affiancata agli interventi di isolamento rendono l’edificio sostenibile. Infatti, dovendo prestare molta attenzione nel recupero e nel mantenimento delle principali strutture edili esistenti, senza snaturalizzarne l'aspetto attuale, sono state adottate scelte impiantistiche volte alla sostenibilità dell'edificio in chiave ecologica ed economica.
Stessa modalità è stata attuata per i serramenti, dove è stato possibile, attraverso l’utilizzo di sistemi schermanti esterni (utili nella stagione estiva) e di un sistema di isolamento a cappotto, contenere lo spessore della facciata impiegando un prodotto più performante, non di largo consumo. La villa, quindi beneficia di un comfort tutto l’anno grazie ad una efficiente coibentazione della copertura a vista e all’impiego di blocchi in vetro cellulare che sono alla base dei serramenti con l’obiettivo di correggere i ponti termici. Inoltre, attraverso l’uso di finiture in materiale naturale, sia all'interno che all'esterno, e al sottofondo a copertura degli impianti ottenuto con la combinazione di sabbia, cemento e riciclo delle guaine per la copertura di cavi elettrici, l’edificio gode di un perfetto isolamento termico sia in estate che in inverno.
Photo credit Matteo Piazza
Scheda tecnica e partners
Progetto
Architettonico: Federico Delrosso architects
Strutture: Enrico Pelosini Ing.
Impianti e isolamenti: Studio Bonomi
Verde: Anna Scaravella
Superfici
superficie villa 700 mq più portici e patio + 600 mq interrato per servizi
parco 10.000 mq
piscina coperta 300 mq + 130 mq piano interrato
Fornitori
Impresa: Panuccio Costruzioni
Impianti termici: Sitis sas
Impianti elettrici, Costa Paolo
Infissi metallici: Borsani Emilio
Infissi interni: L’invisibile
Pavimenti e rivestimenti lignei: Listone Giordano
Sauna: Effegibi
Luci: Davide Groppi
Rubinetterie: Ceadesign
Fitness: Tecnogym
Sistemi doccia: Rare
Resine cementizie: Tecnicem
Lettini-sdraio Gandia Blasco.
Imbottiti: Edra, Henrytimi
Sistema domotico: Vimar
Letto: Flou
Elettrodomestici: Gaggenau
FEDERICO DELROSSO
Federico Delrosso, architetto e designer di origini biellesi, opera a livello internazionale dal 2001 nel suo studio di Milano Federico Delrosso Architects, occupandosi di architettura, Interior e product design.
Nell’ambito del design firma importanti collezioni di arredo e illuminazione per brand come Davide Groppi e Henry Timi. La lampada da parete Mima (2007, per Davide Groppi) riceve la segnalazione per il XXI Compasso d’Oro 2008 ed entra a far parte della collezione permanente dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale). La lampada da terra Hashi, progettata per Davide Groppi, è stata selezionata per l'ADI INDEX 2019 e concorrerà per il Compasso d'Oro 2020. Hashi ha anche vinto il premio Excellence In Lombardia 2019.
Nel 2012 entra nella rosa dei finalisti del prestigioso premio Best of Year Award, organizzato dalla rivista Interior Design (USA), grazie al progetto del Ristorante Notime a Montecarlo, analogo riconoscimento ricevuto nel 2016 per la categoria kitchen con la Cucina Trapezio, oltre a numerose altre menzioni legate al settore product.
Ufficio Stampa: Map design Communication: Patrizia Ledda p.ledda@mapdesign.it m. +39 339 4766974


Ispirato alla Glass House di Philip Johnson l’edificio nasce dalle rovine di un rustico sulle colline Biellesi
Concepito con un approccio minimal-naturalista, Teca House è un edificio contemporaneo che nasce dall’amicizia professionale tra Federico Delrosso, architetto e designer milanese di origini biellesi, e il committente, Alberto Savio, imprenditore tessile della zona.
Il progetto, che consiste nel recupero di un piccolo fabbricato rustico nella splendida cornice delle colline di Biella, si basa su un intervento di inversione compositiva, che porta all’esterno, smaterializzandolo, un piccolo volume rustico preesistente dando vita ad una nuova funzione sul territorio. Dalle “radici” di un passato agricolo, ormai in disuso, di cui si mantengono i segni, nasce un’opera contemporanea, radicata nel territorio e in equilibrio con esso, ma al tempo stesso permeata di nuove possibilità di utilizzo.
L’edificio, che prende ispirazione dalla Glass House di Philip Johnson ha una superficie di circa 80 mq che si estende di altri 50 aprendo le pareti vetrate scorrevoli che circondano interamente il volume. La flessibilità del progetto, rende questo spazio, ideale per riunioni od ospitare un cocktail di lavoro ma è anche un rifugio intimo per la lettura o per la pratica dello yoga. Può anche trasformarsi in una foresteria per gli ospiti occasionali del padrone di casa e di sua moglie che vivono poco distante, in una villa collocata ai piedi della collina. Teca House è stato concepito come un prezioso contenitore culturale, un landmark con l’intento di creare nuove possibilità di relazione con territorio biellese.
“In questo progetto la Teca custodisce l’uomo e le sue emozioni. Un punto di vista privilegiato e poetico, una totale immersione nella natura, quasi come se il fruitore fosse sospeso nel vuoto. Contestualmente essa lavora in negativo: lo sguardo è infatti rivolto dall’interno all’esterno, ad indicare la centralità dell’essere umano” dichiara Federico Delrosso.
Il rapporto tra passato e presente e tra “opera” e contesto viene bilanciato senza alterare gli equilibri dimensionali del luogo, andando altresì ad esaltarne la valenza ambientale e divenendo punto di riferimento non solo culturale ma anche visivo. L’impianto murario rurale diventa il basamento, la connessione con il territorio dal quale nasce il nuovo intervento, leggero e trasparente: una struttura in calcestruzzo che si apre verso il paesaggio con due grandi ali orizzontali ed una pelle di vetro completamente apribile che ne racchiude il volume.
L’impianto architettonico nasce con l’intento di favorire i corretti apporti solari: la conformazione dei solai che si protendono allungati oltre la teca di vetro hanno lo scopo di proteggere dall’irraggiamento solare estivo, favorendone invece quello invernale.
Oltre al recupero della pietra originale proveniente dal rustico, sono stati impiegati materiali sostenibili e lasciati a grezzo, come il calcestruzzo per struttura e pavimenti ed il multistrato di betulla per arredi e rivestimenti.
Le sofisticate soluzioni architettoniche e strutturali, pur non visibili esternamente, hanno consentito di integrare l’edificio con soluzioni e materiali altamente performanti volte all'eliminazione e correzione dei ponti termici. L’impiantistica affiancata agli interventi di isolamento portano l’edificio in classe energetica A4. La realizzazione di un impianto di climatizzazione mono energia in pompa di calore aria/aria abbinato a sistemi radianti a pavimento, e ventilconvettori, il sistema VMC e l’impianto fotovoltaico ad alte prestazioni, garantiscono il comfort ambientale, in tutto l'arco dell'anno e con qualsiasi condizione climatica esterna.
“Quando ho acquistato il piccolo rudere ed il terreno in cui ora sorge Teca House, non avevo idea di cosa sarebbe potuto diventare.” racconta Alberto Savio. “Il confronto con Federico Delrosso, a cui mi lega un sincero rapporto professionale e di amicizia, la sua visione dell’architettura e del ruolo che essa può e deve avere, mi ha affascinato e persuaso circa l’opportunità che questo luogo mi stava offrendo: poter lasciare un segno che rimanesse al di là del tempo mio e della mia famiglia. Con questa consapevolezza ho accolto le proposte progettuali. È stata una sfida accompagnare il processo creativo di Federico: dietro ogni dettaglio ci sono disegni, pensieri, soluzioni scartate in favore di ciò che poi si è realizzato. Un approccio corretto, onesto e di buon senso. Un’attenzione assoluta al paesaggio, agli spazi, ai materiali e alle finiture. Un segno diventato un sogno”
Il progetto “Teca House” è stato presentato alla mostra “Time space existence” a Palazzo Mora, allestita in occasione della XXVI Biennale di Architettura a Venezia 2018 ed è protagonista del video su Federico Delrosso “Dreaming the Real” diretto da Luca De Santis e curato da Davide Giannella, e presentato al MDFF 2018.
Photo credits: Matteo Piazza
Scheda tecnica
Proprietà: TETI S.r.l.
Luogo – Biella
Destinazione – residenziale, spazio per eventi culturali
Progetto architettonico: Federico Delrosso Architects
Progetto del verde: Anna Scaravella, architetto e paesaggista
Ingegneria: AI Progetti
Mechanicals: Studio Bonomi
Costruzione: Panuccio Costruzioni
Interni
Gli arredi su misura sono progettati da Federico Delrosso
Mobili e imbottiti: Henrytimi
Cucina e elementi in metal: Niva Architectural Elements
Lighting: Davidegroppi
Rubineteria: Cea Design
Partners
Panuccio Costruzioni, Niva Architectural Elements, Davide Groppi, Cea Design, Sitis, Costa Impianti Elettrici, Henry Timi, Tecnicem, Ideal Work
FEDERICO DELROSSO
Federico Delrosso, architetto e designer di origini biellesi, opera a livello internazionale dal 2001 nel suo studio di Milano Federico Delrosso Architects, occupandosi di architettura, Interior e product design.
Nell’ambito del design firma importanti collezioni di arredo e illuminazione per brand come Davide Groppi e Henry Timi. La lampada da parete Mima (2007, per Davide Groppi) riceve la segnalazione per il XXI Compasso d’Oro 2008 ed entra a far parte della collezione permanente dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale). La lampada da terra Hashi, progettata per Davide Groppi, è stata selezionata per l'ADI INDEX 2019 e concorrerà per il Compasso d'Oro 2020. Hashi ha anche vinto il premio Excellence In Lombardia 2019.
Nel 2012 entra nella rosa dei finalisti del prestigioso premio Best of Year Award, organizzato dalla rivista Interior Design (USA), grazie al progetto del Ristorante Notime a Montecarlo, analogo riconoscimento ricevuto nel 2016 per la categoria kitchen con la Cucina Trapezio, oltre a numerose altre menzioni legate al settore product.
Ufficio Stampa Federico Delrosso Architects:
Mapdesign Communication:
Patrizia Ledda p.ledda@mapdesign.it m. +39 339 4766974
NIC Nuove Idee di Comunicazione t. +39 02 3653 5859
Paola Nicolai paola.nicolai@nicpr.it m. +39 335 8056962
Claudia Celada claudia.celada@nicpr.it m. +39 335 7066765


L’artista NO CURVES scelto per il lancio del primo progetto
Un artista e un braccio meccanico. Sembrano due mondi agli antipodi ma nel nuovo progetto di Proximars, neonata startup nel settore dell’arte, palette di colori e codici programma lavorano in sinergia per creare qualcosa di assolutamente innovativo: la prima opera d'arte in serie, realizzata in creazione dal vivo tra uomo e robot.
La startup è un’idea di Luca Maitan, imprenditore nel campo degli impianti robotizzati di verniciatura e di Davide Vercelli, designer e direttore artistico, a cui si sono affiancati Simeone Maitan e Mattia Parola.
“I primi tentativi di realizzare quadri attraverso la tecnologia risalgono a quasi vent’anni fa quando ho avuto l’idea di progettare un nuovo strumento tecnologico per la produzione artistica - racconta Maitan. “L’ambizione è di sviluppare un portafoglio di strumenti per offrire agli artisti modalità espressive non sperimentate prima”.
Fin dagli anni venti del secolo scorso, gli artisti hanno strizzato l’occhio alla tecnologia per realizzare le proprie opere. Ne è un esempio la serie Telephone Paintings di Lázló Moholy Naghy del 1922/23 in cui l’artista ungherese fece realizzare le opere trasformandole in una serie di istruzioni telefoniche.
Oggi non si usa più il telefono e le istruzioni vengono inserite in un programma che comanda i movimenti di “Primus” un braccio meccanico che con la delicatezza di un pittore, traccia linee e definisce spazi seguendo il progetto dell’artista.
Il progetto, nato circa un anno fa, ha visto la sua prima realizzazione lo scorso mese di Maggio. Per il suo debutto si è scelto di collaborare con l’artista NO CURVES, uno tra i maggiori esponenti internazionali della Tape Art, una forma d’arte a sé stante che utilizza il nastro adesivo come strumento d’espressione.
L’artista, da sempre legato a tematiche futuristiche e conosciuto per il suo stile unico e geometrico, rappresenta la figura ideale per generare la perfetta sinergia con lo strumento tecnologico sviluppato da Proximars.
E’ nato, così, “Andy_BOT” un’opera in serie che vuole essere un omaggio all’icona della Pop Art Andy Warhol e alla robotica
“Ho scelto di utilizzare Andy Warhol per il progetto Proximars perché ritengo che sia una figura transmediale nel mondo dell'arte” ci spiega No Curves “attraverso l’utilizzo di vari media e tecniche artistiche è riuscito a raggiungere il cuore dell’arte e del commercio a 360°. Nell’ultimo anno sto lavorando molto sulla figura di Warhol, e con questo progetto ho cercato di realizzare attraverso la robotica un suo ritratto che potesse funzionare non solo a nastro adesivo ma anche con una pittura tecnologica in serie mantenendo la precisione e la geometria che caratterizzano il mio lavoro.”
Serialità, matericità, vecchie e nuove tecnologie insieme.
“Quello che stiamo facendo rappresenta il primo passo di un ecosistema in grado di seguire le richieste e le fantasie degli artisti. Il fine è di creare multipli “speciali”, in cui vi sia una importante matericità - specifica Davide Vercelli - l’opera non è una semplice stampa o una serigrafia ma un lavoro in cui la creatività dell’artista e le potenzialità del mezzo sono integrate e cooperanti”.
L’edizione limitata di NO CURVES, nelle tre diverse serie, pensata per un vasto pubblico, sarà disponibile su Kickstarter, la più importante piattaforma crowdfunding di progetti creativi, ad un prezzo accessibile.


Adrenalina, marchio noto per aver esplorato il design dell’imbottito in tutte le sue declinazioni, presenta la collezione LEO, divano e poltrona, progettata dalla designer Daria Zinovatnaya.
Adrenalina, marchio noto per aver esplorato il design dell’imbottito in tutte le sue declinazioni, riparte e presenta la collezione LEO, composta da divano e poltrona, progettata dalla giovanissima designer di San Pietroburgo Daria Zinovatnaya con la quale prosegue la felice collaborazione iniziata nel 2019.
Lo scorso anno Daria è stata “scoperta” da Adrenalina la quale, le ha affidato il progetto di ben due collezioni di successo presentate al Salone del Mobile 2019 (Mercury e Roche.)
Con la collezione LEO, Adrenalina inaugura un nuovo corso nella sua ventennale attività nel mercato internazionale e si presenta con un approccio al design decisamente più asciutto ed essenziale rispetto a quello delle collezioni precedenti. Gli elementi che contraddistinguono la linea di questi due pezzi, sono netti e decisi, come la struttura in metallo, l’”anima”, che è a vista e non nascosta nell’imbottitura.
Il divano e la poltrona LEO hanno carattere e forme classiche e ben si inseriscono in qualsiasi ambiente domestico o pubblico. Il contrasto tra la struttura in tubolare metallico e i decisi volumi imbottiti in pelle è sottolineato anche cromaticamente. Difatti la cifra stilistica di Daria Zinovatnaya mette al centro del progetto la relazione tra colore e geometria. I dettagli di “aggancio” di sedute, schienali e braccioli alla struttura metallica, ne caratterizzano la fisionomia elegante ed equilibrata. Finiture e dettagli sono di fattura impeccabile e ciò è un must dell’intera produzione Adrenalina.
scheda tecnica collezione LEO
Nome: Leo
Designer: Daria Zinovatnaya
Tipologia: divano+poltrona
Rivestimento: pelle
Materiali: Struttura, imbottitura in poliuretano
Dimensioni
Poltrona: L 108 P 84 H 80 Hs39
Divano: L 246 108 P 84 H 80 Hs39
Biografia designer
Daria Zinovatnaya è nata in Crimea a Simferopol nel 1992 e vive a San Pietroburgo. Fin dalla prima infanzia ha coltivato la sua passione per il design. Ha frequentato la scuola d'arte, poi l'Accademia di architettura e subito dopo ha iniziato ad esprimersi con i suoi progetti di design.
La base del suo lavoro è il colore e la geometria e, in particolare la combinazione dei piani di colore. Conosciuta per i suoi mobili, oggetti e interni iconici ispirati ad un design postmoderno, Daria è una furniture e interior designer, nonché una nota influencer su Instagram.
ADRENALINA
Adrenalina è libertà di esprimersi, di fantasticare ad alta voce, di dare colore all’immaginazione, che prende forma in sedute iconiche ed all’avanguardia. La cura per il dettaglio tecnico, la grande attenzione alle morbidezze e una strizzatina d’occhio ai trend del mondo fashion plasmano la filosofia Adrenalina: sedute che rompono gli schemi, capaci di conferire unicità al luogo che le ospita senza mai rinunciare al comfort. Adrenalina attinge all’esperienza ed alla sapienza della manifattura artigianale coniugata alla ricerca di materiali innovativi ed allo sviluppo di moderne tecniche di lavorazione, mantenendo il carattere di un atelier che sa interpretare i desideri di chi ama circondarsi di pezzi fortemente protagonisti dalla vocazione sperimentale. Adrenalina è il rifugio dell’originalità, lo spazio in cui la differenza è un valore da tutelare. Adrenalina è un brand di Domingo Salotti srl, nato nel 1999 con la voglia di dare spazio a forme eclettiche e ad un concetto innovativo di imbottiti per il contract e per la casa, reinterpretando l’oggetto seduta come elemento iconico e scultoreo stupefacente ma estremamente confortevole. Collaborano con Adrenalina numerosi designer italiani e stranieri
Pesaro, 10 giugno 2020
Ufficio stampa
MAP DESIGN
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Il progetto, ideato da Davide Vercelli, designer noto in questo ambito, è una vetrina riservata alle aziende
Inaugura a giugno kbwindow, la nuova piattaforma digitale interamente dedicata al lancio delle novità nei settori bagno e cucina. Il progetto, ideato da Davide Vercelli, designer noto in questo ambito, è una vetrina riservata alle aziende, in un momento in cui gli appuntamenti fieristici di riferimento (Salone del Mobile, Mce) sono stati rimandati a causa della grave crisi sanitaria.
“Kbwindow nasce dalla voglia di superare questo momento di crisi senza precedenti, che sta sconvolgendo la vita delle persone e l'assetto delle aziende. Nonostante tutto, la voglia di ripartire e di riprendere le attività in cui abbiamo sempre creduto è molto forte. Per questo, assieme a un gruppo di professionisti, ho pensato di creare uno spazio virtuale in cui, oltre all'esposizione dei prodotti, sia possibile intrattenere rapporti professionali ed umani” afferma Davide Vercelli.
Tre le parole chiave di questo progetto innovativo: tecnologia, relazioni, esperienza. Ogni azienda ha un suo spazio web dedicato in cui presentare le nuove collezioni progettate per il 2020/2021, curato da esperti di comunicazione del settore. In questa vetrina è possibile caricare tutti i materiali che i produttori ritengono necessari: foto, cataloghi, filmati, schede tecniche ecc. Attraverso la live chat o una call, l'addetto aziendale è in grado di fornire tutte le informazioni richieste e utili con la stessa immediatezza di una conversazione reale che avviene dal vivo. Il cuore del progetto sono, infatti, le nuove tecnologie di live chat, un servizio che permette alle aziende di interagire in tempo reale con i propri clienti, attraverso chat o room virtuali.
Un'altra peculiarità di kbwindow è di essere settoriale: il nuovo portale, dedicato esclusivamente al mondo del bagno e della cucina, permette di arrivare con facilità ai prodotti a cui si è interessati, limitando, così, l'effetto overload che spesso troviamo nei portali generalisti più famosi. Kbwindow, infatti, è pensata, realizzata e curata dall'interno, cioè da professionisti del settore che da anni sono impegnati nella progettazione e nella promozione di prodotti per il bagno e la cucina.
Una conoscenza approfondita che rappresenta un valore aggiunto per una comunicazione mirata e efficace. La campagna di comunicazione, già avviata, prevede un'importante campagna di ufficio stampa e di pubbliche relazioni in Italia e all’estero, campagne social internazionali (facebook, instagram, linkedin) e un blog, gestito da giornalisti e ospitato sulla piattaforma la quale, ovviamente, sarà disponibile in due lingue (italiano e inglese).
“Si stanno delineando scenari futuri in cui probabilmente si viaggerà meno per lavoro, si lavorerà più da casa e l'interazione a distanza diventerà la prassi. Nato nell’emergenza, kbwindow aprirà la strada a nuove modalità di comunicazione, che saranno determinanti nel futuro prossimo ma che promettono di rimanere tali anche in quello più lontano. Occorre, perciò, trasformare questa situazione in un'opportunità di innovazione per rimanere al passo con i tempi, con le esigenze del mercato e del mondo intero. Così, quando torneranno le occasioni in cui ci si incontrerà fisicamente, sarà una gioia potersi riabbracciare e godere della reciproca esperienza e compagnia” conclude Davide Vercelli.
Davide Vercelli
Ingegnere di formazione e designer di professione, si occupa da almeno 25 anni del settore bagno. E' stato fondatore di un noto brand nel settore della rubinetteria e curatore di una rubrica sulla rivista Bagno e accessori. Attualmente è designer e art director di Fima. Dagli anni Novanta partecipa costantemente a ISH e Cersaie di cui, dal 2013, è anche co-curatore della mostra tematica. Negli anni ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali (segnalazioni al Compasso d’Oro Adi, Adi Index, Design Plus, Good Design Award).


Adrenalina marchio di design italiano noto per le sue collezioni d’imbottiti dalle forme iconiche e non convenzionali, nonché per l’uso del colore, si tinge di rosso e presenta un'ampia selezione Xmas mood interamente dedicata al Natale.
Adrenalina marchio di design italiano noto per le sue collezioni d’imbottiti dalle forme iconiche e non convenzionali, nonché per l’uso del colore, si tinge di rosso e presenta un'ampia selezione Xmas mood interamente dedicata al Natale. Pur essendo un marchio contraddistinto dall’innovazione e dalla rottura degli schemi, Adrenalina affonda le sue radici nella tradizione della manifattura di qualità, tipica del Made in Italy. Caratterizza gli ambienti rendendoli confortevoli e accoglienti e, in particolare i divani, le poltrone i pouf natalizi qui proposti, sono pensati per creare nelle nostre case quell'atmosfera calda e familiare tipica di questo momento dell'anno. Il comfort negli imbottiti Adrenalina è un elemento chiave, non scontato sopratutto quando si tratta di forme così decise e iconiche. E con dicembre 2019, si chiude il primo ventennio di vita del brand!
La proposta natalizia Adrenalina: Roche, Sexy Chair, Big Sofa, Bomb, Circle, Ouo.
Roche - presentata al Salone del Mobile 2019 - design Daria Zinovatnaya. Le forme delle sedute sono morbide, arrotondate ed eleganti e sembrano disegnate per accogliere in un rassicurante abbraccio chi vi si siede in cerca di relax. Anche nel design del pouf Daria Zinovatnaya è riuscita a creare un oggetto decisamente iconico che cattura l’attenzione, cogliendo in pieno lo spirito dell’azienda. ROCHE dunque si ispira a Venere. La doppia personalità di un pianeta che cambia colore in base alle fasi del suo ciclo vitale si specchia in materiali materici o estremamente duttili, le cui sfumature riflettono i toni azzurri e gialli che si osservano nella Venere-Lucifero per poi scaldarsi con fiammate di arancione caldo tipico della Venere Vespero.
Sexy Chair - design Simone Milcheli. Sexy Chair ha la grazia e la leggerezza di un oggetto duttile che mantiene un rapporto dialettico con lo spazio, proponendosi come una modalità del pensiero, quasi una scelta esistenziale che diventa anche estetica. Ha l’appeal di una bella donna con le sue forme ammiccanti e sinuose, un po’ civettuola, che si diverte, con i suoi maniglioni metallici, a cambiare continuamente le “carte in tavola”, pur assolvendo in modo confortevole alla sua funzione.
Big Sofa - design: Giovanni Tommaso Garattoni. Big Sofa é un grande divano modulare, organico e morbido, svincolato da regole che non fossero quelle dell'accoglienza. “Come un sasso lanciato da un bambino che plana sull'acqua di un lago. Oppure dei dischi volanti che diventano la giostra di un luna park” lo descrive il designer Giovanni Tommaso Garattoni che lo definisce anche con ironia “un serio oggetto da bivacco”. Del resto, un grande divano altro non é che un luogo che favorisce la socialità e la conoscenza tra gli individui. La collezione BIG SOFA può essere interpretata come elementi singoli oppure agganciata sfruttando la sua modularità. BIG SOFA è rivestito con un particolare tessuto firmato PIERRE FREY composto da fibre naturali reciclate al 100% e ricamate a mano.
Bomb - Simone Micheli. Il design iconico di Bomb s'ispira ad un oggetto di distruzione per suscitare un pensiero di pace proiettato alla vita. A Bomb il designer affida un compito specialissimo: la sua funzione di seduta è il pretesto e l’occasione per riflettere sull’eterno dramma della guerra, auspicando che sia la vita a vincere sempre e in ogni caso.
Cirlce - design Roberto Giacomucci e Nicola Cerasa. L’antico gioco dell’hula hoop viene abbandonato su una struttura in metallo, e come per magia si trasforma nello schienale della poltroncina Circle. Cerchi concentrici che sembrano staccarsi da un momento all’altro, eppure così robusti da potere contenere qualsiasi tipologia di corporatura senza la minima esitazione.
Ouo - design Simone Milcheli. Ouo è una poltroncina la cui forma compatta e totemica, vista dal retro rivela all’improvviso la sorpresa di una seduta che sembra come scolpita scavando nel monolite. Minimalista ed avvolgente, Ouo racchiude, protegge, si adatta ad ogni ambiente con un tocco di spiccata personalità
ADRENALINA
Adrenalina è libertà di esprimersi, di fantasticare ad alta voce, di dare colore all’immaginazione, che prende forma in sedute iconiche ed all’avanguardia. La cura per il dettaglio tecnico, la grande attenzione alle morbidezze e una strizzatina d’occhio ai trend del mondo fashion plasmano la filosofia Adrenalina: sedute che rompono gli schemi, capaci di conferire unicità al luogo che le ospita senza mai rinunciare al comfort. Adrenalina attinge all’esperienza ed alla sapienza della manifattura artigianale coniugata alla ricerca di materiali innovativi ed allo sviluppo di moderne tecniche di lavorazione, mantenendo il carattere di un atelier che sa interpretare i desideri di chi ama circondarsi di pezzi fortemente protagonisti dalla vocazione sperimentale. Adrenalina è il rifugio dell’originalità, lo spazio in cui la differenza è un valore da tutelare. Adrenalina è un brand di Domingo Salotti srl, nato nel 1999 con la voglia di dare spazio a forme eclettiche e ad un concetto innovativo di imbottiti per il contract e per la casa, reinterpretando l’oggetto seduta come elemento iconico e scultoreo stupefacente ma estremamente confortevole. Collaborano con Adrenalina numerosi designer italiani e stranieri.


Il centro di Udine mette in mostra il design con l'evento ideato dal Museo del Design del Friuli Venezia Giulia, MuDeFri.
La V edizione di Udine Design Week si terrà dal 2 al 9 marzo 2020. Si tratta di una iniziativa curata da Anna Aurora Lombardi con gli allestimenti progettati da Daniela Sacher e la partecipazione della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Udine, di Promoturismo FVG, del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine e di Fondazione Friuli.
Nel 2019 sono stati 70 gli eventi organizzati che hanno coinvolto negozi, aziende, scuole, designer e pubblico. L’idea di base è che i luoghi tradizionalmente dedicati alla cultura, come i musei, e le attività commerciali siano complementari nell’ottica di valorizzare la città agli occhi di cittadini e turisti. Punti di raccordo di questa comunicazione sono i negozi, dove vengono esposte opere di design prestate dalle aziende. Protagonisti, designer e autori. È un format collaudato che coniuga creatività e territorio. Anche solo passeggiando in città si possono vedere piccole esposizioni nelle vetrine e assistere a talks sul design, visitare delle mostre realizzate per l'occasione e gustare dei menu a tema.
Per il 2020 tutti sono chiamati a riflettere su un unico tema: NATURALMENTE ARTIFICIALE / ARTIFICIALMENTE NATURALE. È un argomento che rimanda all’idea di non contrapporre, ma unire, umano e tecnologico e invita a riscoprire la natura con gli occhi dell'innovazione in chiave design.
Una delle principali iniziative sarà la mostra sulle Donne Designer al Bauhaus, frutto di una ricerca che ha scovato ben 126 donne che in quella scuola studiarono. La mostra rientra nell’ambito delle iniziative promosse in occasione delle celebrazioni leonardesche e sarà presentata in forma di videomapping, all’interno del museo cittadino Tina Modotti, grazie all’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine.
Da quest’anno ampio spazio non solo alle imprese che operano nel campo dell’arredo, ma anche alle industrie artigiane del metallo e del legno, che formano la base del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia. Le imprese e le industrie artigiane, realizzeranno le vetrine progettate da giovani architetti che si sfideranno nell’annuale Window Shopping Contest.
Guest designer sarà Matteo Ragni (l’anno passato è stato Giulio Iacchetti). A lui e al collettivo Il Vespaio saranno dedicati due eventi che coinvolgeranno i cittadini nella realizzazione dell'Oggetto di Design Partecipato Collettivo. Protagonisti i materiali di recupero più attuali del momento: il legno di schianto e la plastica. Alessandro Garlandini e Sebastiano Ercoli saranno i curatori di una mostra di manufatti realizzati con materiali riciclati della più varia origine, dalla plastica agli scarti alimentari. Le scuole saranno coinvolte in giochi dove il risvolto educativo è imparare a separare imballaggi e oggetti per una corretta differenziazione dei materiali. Il tema NATURALMENTE ARTIFICIALE / ARTIFICIALMENTE NATURALE sarà approfondito anche attraverso tre convegni in cui si parlerà di materiali - verso Mondo Materia, più che Mondo Forma, sono orientate oggi le riflessioni sul design - , ma anche di Legal Design. Patrizia Scarzella racconterà come il design si è evoluto in 40 anni attraverso il suo libro “40 Interviste, Persone & Storie”. Virginio Briatore presenterà un designer a sorpresa, scelto in quanto il suo lavoro esprime il tema proposto. Ma saranno molti altri gli ospiti e le iniziative di Udine Design Week che verranno svelati nei prossimi mesi.
C'è da chiedersi se hanno senso le piccole e locali Design Week che stanno nascendo in tante città italiane. Noi pensiamo che abbiano senso perché in Italia è vitale fare comunità, creare consapevolezza, riconoscere la creatività. Il design è la cerniera tra industria e cultura, entra nelle case delle persone, è sinonimo di qualità: per questo è un buon veicolo di valorizzazione e promozione del territorio. Di tutto questo abbiamo parlato da Metroquality a Milano, dove il 21 novembre abbiamo presentato Udine Design Week.
Per informazioni:
Anna A. Lombardi | info@annalombardi.it | cell. 3356798399


Si è chiusa con successo la mostra tematica FAMOUS BATHROOMS al Cersaie 2019 - Fiera Bologna - Padiglione 30 (23 -27 settembre)
Si è chiusa con ottimi risultati la mostra tematica di Cersaie Famous Bathrooms, curata da Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, che ha presentato 32 bagni d'autore liberamente ispirati a grandi personaggi che hanno fatto la storia, dove ogni set è diventato un racconto in cui hanno spiccato le eccellenze dell’Italian Style.
Oltre 10.000 visitatori, di cui il 27% esteri, e ben 200 giornalisti hanno potuto apprezzare la mostra, divenuta oramai un appuntamento irrinunciabile per i visitatori di Cersaie. Con la sua vocazione trasversale sia per tipologia di prodotti sia per mood espositivo, è giunta quest’anno alla sesta edizione segnando anche un nuovo corso all’interno dello stesso format. Difatti, i due curatori, Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, hanno scelto un modello espositivo inedito, a metà tra la galleria d’arte - per cui ogni set ha pochi pezzi selezionati e ben esibiti - e la classica fiera.
Il focus di Famous Bathrooms è stato dunque, sulla libera interpretazione di ambienti bagno ispirati da personaggi che hanno fatto la storia e che si sono distinti in vari ambiti - arte, cultura, scienze, musica, cinema - dai Beatles a Sigmund Freud, da Coco Chanel a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Maria Callas, partendo dal presupposto che la stanza da bagno sia il regno del benessere, da arredare e personalizzare, oltre che l’ambiente più vicino ai settori merceologici di Cersaie. Ogni singolo “slot” è stato dedicato ad una delle 32 un'aziende coinvolte e abbinato a un personaggio famoso a cui il set era ispirato. La sequenza degli “slot” si è così sviluppato in un percorso semicircolare sfociato nell'area lounge, cuore della mostra. L'introduzione dell'area centrale business, allestita con i corner di lavoro dedicati alle aziende, è stata davvero apprezzata.
Anche quest'anno il programma di incontri è stato ricco di stimoli. All'inaugurazione ufficiale nella prima giornata di fiera, abilmente condotta dal noto critico d'arte Philippe Daverio che ha conquistato il pubblico presente, sono seguiti: la premiazione dell’ADI Ceramics & Bathroom Design Award e della prima edizione del premio ADI Booth Design Awards; il convengo a cura di Matrix4design dal titolo "Il nuovo orizzonte del contract design" con Pierattelli Architetture e Spagnulo&Partners e il convengo “L'armonia del colore in architettura secondo la visione Feng Shui" con Stefano Parancola. Come di consueto da qualche anno, la mostra tematica è approdata alla Bologna Design Week, con un “portale” presente nel Quadrivio di Galleria Cavour , il cuore dello shopping cittadino.
La mostra è stata realizzata con il contributo di ITA | Italian Trade Agency - ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).
Informazioni generali: Promos – tel. +39 051.66.46.000 – mostra@cersaie.it
Ufficio Stampa:
Map Design Communication Cersaie
Patrizia Ledda Andrea Serri
p.ledda@mapdesign.it aserri@confindustriaceramica.it
Mob. +39 339 4766974 Mob. +39 348 150490


Bagni d'autore ispirati a grandi personaggi che hanno fatto la storia, dove ogni set diventa un racconto in cui spiccano le eccellenze dell’Italian Style.
Famous Bathrooms è il titolo della mostra tematica di Cersaie, il salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, in scena a Bologna dal 23 al 27 settembre 2019. Allestita all’interno del Padiglione 30 della Fiera, la mostra, con la sua vocazione trasversale sia per tipologia di prodotti sia per mood espositivo, arricchisce ulteriormente l’offerta culturale di Cersaie e giunge quest’anno alla sesta edizione segnando anche un nuovo corso all’interno dello stesso format.
I due curatori, Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, hanno scelto un modello espositivo inedito, a metà tra la galleria d’arte - per cui ogni set avrà pochi pezzi selezionati e ben esibiti - e la classica fiera. “ Nelle precedenti edizioni, la mostra ha sempre avuto un tema specifico declinato in tanti set, sotto il cappello dell’Italian Style”, racconta Angelo Dall'Aglio, architetto e direttore operativo del Cersaie, che continua “i prodotti delle aziende coinvolte, venivano collocati all’interno dei set in ambientazioni progettate a tema. Questa edizione prevede invece un cambio di passo, sia distributivo che concettuale: lungo un percorso semicircolare, come fosse una galleria d’arte, ogni azienda avrà un proprio “slot” brandizzato e un desk. Miriamo ad un nuovo format, un crossover tra una fiera B2B e una galleria d’arte a tema.”
Entrando nel vivo della mostra, il focus di Famous Bathrooms sarà sulla libera interpretazione di ambienti bagno ispirati da personaggi che hanno fatto la storia e che si sono distinti in vari ambiti - arte, cultura, scienze, musica, cinema - dai Beatles a Sigmund Freud, da Coco Chanel a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Maria Callas, partendo dal presupposto che la stanza da bagno sia il regno del benessere, da arredare e personalizzare, oltre che l’ambiente più vicino ai settori merceologici di Cersaie. Il risultato sarà ironico, divertente, dissacrante e, sicuramente, incuriosirà i visitatori della fiera. “Ogni singolo “slot” è dedicato ad un'azienda che ha scelto un personaggio famoso e così la struttura generale dell'allestimento anzichè avere ampi ambienti condivisi da più brand, prevede un maggior numero di “slot” di dimensione ridotta che si sviluppa in un percorso semicircolare che sfocia nell'area lounge”, racconta Davide Vercelli, formazione da ingegnere ma designer e art director, nonché co-curatore della mostra.
A inaugurare la mostra sarà Philippe Daverio. I visitatori di Famous Bathrooms saranno accolti in uno spazio suggestivo, in cui ogni allestimento diventa un luogo intimo e a sé stante, un racconto emozionante in cui spiccano le eccellenze e le innovazioni dell’Italian Style e non solo. Nell’area centrale ci sarà invece uno spazio dedicato ai talks in programma e una zona lounge dove si terranno incontri, dibattiti, premiazioni e degustazioni di vini. Come per l’edizione passata si rinnova la collaborazione con la Bologna Design Week: in centro città, nel Quadrivio di Galleria Cavour sarà presente un "portale" che richiamerà la mostra in fiera.
Forte del successo riportato nei cinque precedenti appuntamenti - CerSea nel 2014, CerStile nel 2015, CerSail Italian Style Concept nel 2016, Milleluci nel 2017, The Sound of Design Italian Style Contract nel 2018 - con un totale di 44.7000 visitatori e 283 aziende partecipanti - la mostra tematica di Cersaie 2019 mette in relazione una selezione di aziende di elevato profilo con un pubblico internazionale di acquirenti, oltre a professionisti alla continua ricerca di nuovi spunti creativi. “Crediamo che la freschezza dei contenuti, le modalità espositive e la possibilità di condividere spazi e utenti siano le principali leve di attrazione per le aziende sponsor. Il successo di pubblico invece è dovuto alla possibilità di trovare in un unico spazio più aziende ed una selezione ragionata di prodotti, nonchè di "ispirazioni". Tra l'altro è un format che va oltre il prodotto, che emoziona e cattura i sensi, in un contesto elegante e conviviale, apparentemente avulso dal contesto fieristico, ma che invece si inquadra perfettamente in un Cersaie multi canale”, concludono i due curatori.
Gli eventi in programma
Lunedì 23/9 h. 14,30 - Inaugurazione della mostra con Philippe Daverio e Emilio Mussini
Martedì 24/9 h 14,00 - Matrix4Design presenta “Il nuovo orizzonte del contract design” con Pierattelli Architetture e Spagnulo&Partners.
Mercoledì 25/9 h 14,30 - Premiazione ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2019
19,00 - Inaugurazione mostra Famous Bathrooms in Galleria Cavour, in centro a Bologna.
Giovedì 26/09 h. 10.00 – intervento dell'architetto Stefano Parancola “L’armonia del colore in architettura secondo la visione Feng Shui”
Le aziende coinvolte
ADRENALINA; AMO.WINE; BF SERVIZI; CANTONI TRADING; CERASARDA; CIR; CORDIVARI; COSENTINO ITALIA; CERAMICA FRANCESCO DE MAIO; EFFEITALIA; EMILGROUP; ETERNO IVICA; EURORAMA; FIMA CARLO FRATTINI; FLAMINIA; FREAK ANDO'; GALLERIA CAVOUR; GIACOBAZZI SURFACES; GLASS 1989; GRUPPO ROMANI; HEATILE; JULIA MARMI; KAROL-BLUBLEU; LATIFOLIA; LEA CERAMICHE; MINACCIOLO; OIKOS - LA PITTURA ECOLOGICA DECORATIVA; PEDRALI; POLIS; SERENISSIMA; RUBINETTERIE TREEMME; SELETTI; SLAMP; VORWERK ITALIA.
I media partner
BRIGHT; DESIGNPRESS.IT; E-INTERIORS; IL BAGNO OGGI E DOMANI; INTERPROMEX COMUNICAZIONE; MATRIX4DESIGN - EDITRICE INDUSTRIALE.
I due curatori
Angelo Dall’Aglio
Nato a Bologna nel 1969 si laurea al Politecnico di Milano in Architettura con indirizzo in Disegno Industriale e Arredamento. Collabora con note aziende del settore arredamento come designer e consulente e contemporaneamente si dedica alla architettura di interni per abitazioni private, negozi, uffici e all’exhibit. Dal 2013 fa parte del management di Promos srl, Segreteria Operativa di Cersaie e dal 2015 ne è diventato il direttore organizzativo.
Davide Vercelli
Nato nel 1966 a Varallo (Vercelli) si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino. Designer e art director, ha collaborato con aziende leader di svariati settori tra cui: Fima Carlo Frattini di cui è art director dal 2015; Ritmonio, dal 1999 al 2007, ne ha creato il concept e diretto l'azienda; Liberostile di cui è fondatore; HOM; Marmo Elite. Nel 2013 crea il format Aggregàti, dedicato al contract e al wellness, importante evento collettivo di Cersaie 2013 e Fuorisalone 2014. E' stato docente al Politecnico di Milano e allo I.E.D. di Torino e coordinatore della commissione tematica Abitare per l’Adi Design Index. Ha ricevuto due selezioni al Compasso d’Oro e prestigiosi premi internazionali tra cui: Design Plus, l'International Design Awards e il Good Design Award.
Informazioni generali: Promos – tel. +39 051.66.46.000 – mostra@cersaie.it
Ufficio Stampa:
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Daria Zinovatnaya designer emergente della squadra Adrenalina al Salone del Mobile 2019
New entry della squadra Adrenalina al Salone del Mobile 2019, l'azienda che produce imbottiti dalle forme iconiche e uncoventional che quest'anno celebra il ventesimo compleanno.
La giovanissima russa di San Pietroburgo Daria Zinovatnaya, furniture designer e interior designer connotata da una cifra stilistica che mette al centro del progetto la relazione tra colore e geometria. Importante influencer su instagram, Daria presenta due collezioni di imbottiti e una lampada: Roche, dalle linee morbide e avvolgenti e Mercury dalle linee più decise.
ROCHE è la collezione disegnata dalla designer emergente russa Daria Zinovatnaya, composta da divani, poltrone e pouf e, per la prima volta nella storia di Adrenalina, da una lampada. Il nome ROCHE (dal francese roccia, pietra) richiama l’ambiente naturale del pianeta Venere composto prevalentemente da lava pietrificata. Le forme delle sedute sono morbide, arrotondate ed eleganti e sembrano disegnate per accogliere in un rassicurante abbraccio chi vi si siede in cerca di relax. Anche nel design del pouf Daria Zinovatnaya è riuscita a creare un oggetto decisamente iconico che cattura l’attenzione, cogliendo in pieno lo spirito dell’azienda. Infine, la lampada da parete in metallo, elegante ed essenziale, completa la collezione Roche e spalanca ad Adrenalina le porte che si aprono sul mondo della Luce. ROCHE dunque si ispira a Venere. La doppia personalità di un pianeta che cambia colore in base alle fasi del suo ciclo vitale si specchia in materiali materici o estremamente duttili, le cui sfumature riflettono i toni azzurri e gialli che si osservano nella Venere-Lucifero per poi scaldarsi con fiammate di arancione caldo tipico della Venere Vespero.
La collezione di imbottiti Mercury è un mix di volumi decisi combinati con forme curve e morbide, di linee rette e di colori saturi che riconducono all’espressività delle avanguardie dei movimenti artistici di inizio ‘900 cui si è ispirata la giovane e talentuosa designer russa Daria Zinovatnaya, autrice del progetto. Libera dalle logiche produttive e slegata dai parametri del progetto tradizionale, Mercury è una collezione di rottura, iconica e pura, ma ben contestualizzata nel panorama dell’arredo contemporaneo. Le dimensioni sovraproporzionate sottendono un concetto di comfort e coniugano estetica e fruibilità dell’elemento di arredo come parte viva dell’abitare quotidiano. Mercury, come suggerisce il nome, si ispira al pianeta Mercurio, i cuoi colori approdano sul pianeta Terra intensificandosi e fondendosi tra loro in un insieme di pattern morbidi, a simulare l’assenza di gravità della galassia.
BIO DESIGNER
Daria Zinovatnaya è nata in Crimea, a Simferopol, nel 1992. Fin dalla prima infanzia ha coltivato la sua passione per il design. Ha frequentato la scuola d'arte, poi l'Accademia di architettura e subito dopo ha iniziato ad esprimersi con i suoi progetti di design.
Le basi del suo lavoro sono il colore, la geometria e la combinazione di piani di colore. Si dedica prevalentemente all’interior design, con particolare attenzione a mobili, complementi d’arredo e illuminazione.
LOST IN SPACE - 20 ANNI DI ADRENALINA
1999-2019: quest’anno Adrenalina celebra 20 anni di design sperimentale ed iconico e condivide questa pietra miliare con il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio.Adrenalina festeggia il suo ventennale e si perde così nello spazio, ambiente che specialmente ai suoi esordi le era stato così facilmente associato per le forme futuristiche e la spinta d’avanguardia che la distingueva nel panorama delle sedute.L’avventura Adrenalina 2019 nello spazio attraversa la galassia, attirata dai pianeti più colorati ed attraenti. Il viaggio si snoda tra forme iconiche plasmate e colorate dai designer secondo le caratteristiche del pianeta che hanno eletto a propria musa: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Urano e la Terra.


Dal 6 aprile una mostra celebra i 50 anni del Municipio di Cusano e la figura del grande architetto che lo ha progettato.
A cinquant’anni dalla posa della prima pietra del Municipio di Cusano Milanino e in concomitanza con il Salone del Mobile 2019, una mostra allestita nelle sale del Comune invita alla scoperta di questo straordinario edificio e del suo progettista, Vico Magistretti (Milano 1920-2006), tra i maggiori architetti e designer della seconda metà del Novecento. L'iniziativa è promossa dall'Amministrazione del Comune di Cusano Milanino.
La mostra, curata dall’architetto Andrea Cassone - CSA Classica, richiama già nel titolo, “Essenziale Magistretti”, il particolare fascino di un edificio che, a distanza di tanti anni, mantiene intatta tutta la sua modernità. La Fondazione studio museo Vico Magistretti ha partecipato al progetto mettendo a disposizione il proprio materiale d’archivio e il risultato delle ricerche svolte nel tempo.
Ideato nel 1963 e realizzato fra il 1969 e il 1971, il Municipio di Cusano Milanino appartiene a un periodo particolarmente intenso nell’attività di Vico Magistretti. Negli stessi anni l’architetto lavorava in via Conservatorio e in via San Marco a Milano, a Meda (Mi) e a Framura (La Spezia). Il Municipio condivide con questi interventi i tratti caratteristici dell’approccio di Magistretti: concretezza, cura del dettaglio, attenzione al contesto, studio dei volumi e delle forme.
La mostra, attraverso un’ampia documentazione completata da filmati documentari, ripercorre la storia del progetto e ne fa emergere gli aspetti di forte innovazione. Il Municipio di Cusano nasce come un edificio pubblico ‘aperto’ anche nella sua forma e nei suoi percorsi, dove i volumi interni sono percepibili già dall’esterno e dove entrando si può subito cogliere l’organizzazione degli spazi. Un edificio ‘essenziale’, appunto, che rinuncia all’uso di materiali nobili o pregiati per affidare unicamente al disegno l’espressione di quella ‘monumentalità’ che deve distinguere una sede pubblica.
Due ampie sezioni della mostra sono dedicate alla figura Vico Magistretti e ne ripercorrono la formazione, la vita professionale e i progetti, mettendo a fuoco anche aspetti poco conosciuti. Una sezione, in particolare, si concentra sul forte legame di Magistretti con il mondo anglosassone, la cui influenza si avverte in molti aspetti della sua opera: per esempio, nell’attenzione a una felice integrazione della costruzione con l’ambiente e un sapiente ed equilibrato uso del verde. A questo proposito, viene anche ricordata la sua attività didattica che lo vide fra l’altro visiting professor al Royal College of Art di Londra.
La mostra sarà anche un’occasione per riflettere sul possibile ampliamento e adeguamento dell’edificio in funzione delle nuove necessità del Comune, partendo dal progetto proposto nel 2003 dallo stesso Magistretti. “Attraverso questa iniziativa, intendiamo coinvolgere la comunità locale nel processo di rinnovamento di questo edificio, per renderlo sempre più efficiente e rispondente alle nuove esigenze della città”, afferma l’assessore Lidia Arduino, Vicesindaco del Comune di Cusano Milanino. “E’ importante che i cittadini conoscano il grande valore del nostro Municipio, che appartiene ormai alla storia dell’Architettura Moderna e partecipino a un progetto di rinnovamento che ha un forte interesse collettivo. D’altra parte, l’adeguamento nel tempo di opere di grande valore architettonico è un tema di crescente attualità, a livello nazionale e internazionale, sul quale vorremmo riflettere e dare un nostro contributo.”
Anche per dare spazio a queste riflessioni, alla mostra verranno affiancate diverse attività, tra le quali un pomeriggio di studio (martedì 16 aprile dalle 15:30 alle 18:30) e un incontro “formativo” aperto a tutti (venerdì 3 maggio dalle 15:30 alle 18:30).
Mostra: ESSENZIALE MAGISTRETTI A CUSANO MILANINO
Comune di Cusano Milanino - Piazza Martiri di Tienanmen, 1
Date: 06.04 – 06.05.2019
Inaugurazione: sabato 6 aprile
Orari: lun, mar, gio 9:00 - 12:00 e 14:00 - 18:00
mer, ven 9:00 - 12:00
Eventi e lezioni aperte: 16 aprile, 3 maggio
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The project, realised in the 1960s, is the protagonist of the Cuba Pavilion
XXII Triennale di Milano, 1 March – 1 September 2019
After 50 years, Cuba returns to the Triennale di Milano
ART AND REVOLUTION – THE NATIONAL ART SCHOOLS OF HAVANA
VITTORIO GARATTI, ROBERTO GOTTARDI, RICARDO PORRO
The project, realised in the 1960s, is the protagonist of the Cuba Pavilion
XXII Triennale di Milano, 1 March – 1 September 2019
February 27 2019. 50 years after last participating (XIV Triennale, 1968), and on the five-hundredth anniversary of the founding of the city of Havana (San Cristóbal de La Habana – 1519), Cuba is back at the Triennale di Milano for the XXII International Exhibition, entitled “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”.
In the context of the exhibition, which questions the role of design in the difficult relationship between man and nature, the Cuba Pavilion showcases the extraordinary experience of the National Art Schools of Havana. The complex was built in response to the wish of Fidel Castro and Che Guevara that Cuba should offer teaching of the arts to young people from Cuba and all developing countries. The Schools are unconventional examples of organic architecture, that established a relationship of mutual exchange with the tropical nature that surrounds them. Despite the problems and the inevitable transformations that the buildings have undergone over time, they are still a fertile, stimulating place for creativity and the emergence of new talent.
To retell the past, present, and future of National Art Schools of Havana, Pavilion curator Jorge Fernández Torres (in collaboration with a broad working group) used new content created by the students and professors of the ISA (Universidad de las Artes): a suggestive series of images and videos that go beyond classical historical/architectural iconography, documenting from the inside the results of an exemplary and still lively process of integration and cultural contamination.
The exhibition's appeal is also linked to the Italian contribution, both to the emergence of the Art Schools and to the ongoing activities for their relaunching. The five different buildings - designed and built between 1961 and 1965 – were developed by Cuban architect Ricardo Porro together with Italian Roberto Gottardi and Vittorio Garatti, who shared the projects (School of Plastic Arts and Music - Ricardo Porro; School of Ballet and Contemporary Dance - Vittorio Garatti, School of Dramatic Arts - Roberto Gottardi). In an atmosphere of complete creative freedom, the three young architects designed buildings that embody the essence of “Cubanness”, yet each retains a personal touch. Their contribution was decisive for the development of a complex that is fascinating and original, but also able to withstand the ravages of time, remaining open to further restoration and completion interventions (only two of the five buildings were completed at that time).
The exhibition at the XXII Triennale is thus the opportunity to present two recent Italian projects aimed at the revitalisation of the Art Schools complex, which is included in the World Monument Fund Watch List (2000) and the UNESCO World Heritage Tentative List (2003). The first project centres on the development of a Conservation and Management Plan for the entire complex. Coordinated by the Politecnico di Milano with Princeton University, the University of Parma, Assorestauro, and the Vittorio Garatti Committee, the project is funded by the Getty Foundation as part of the programme Keeping it Modern . The second project is funded by AICS (Italian Agency for Development Cooperation) under the umbrella of MAECI (Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation), and involves the restoration, structural reinforcement and renovation of Roberto Gottardi's School of Theatre, with technical assistance from the DiDA department of the University of Florence.
The Cuba Pavilion at the XXII Triennale di Milano is commissioned by the Ministerio de Cultura de Cuba/ Consejo Nacional Artes Plásticas, represented by Commissioner Norma Rodríguez Derivet. The curator is Jorge Fernández Torres, Director of the Museo Nacional de Bellas Artes de Cuba, with Christian Zecchin and Umberto Zanetti as co-curators. The exhibition is sponsored by the Embajada de Cuba en Roma and the Consulado de Cuba en Milán.
Press Office: Map Design Communication - Patrizia Ledda p.ledda@mapdesign.it Mob.+39 339 4766974


Presentati al Cersaie e in mostra a The Sound of Design al pad 30 i nuovi manufatti in Pietra Piasentina.
Julia Marmi, la storica azienda friulana specializzata nell’estrazione e lavorazione di Pietra Piasentina, materiale lapideo unico, estratto esclusivamente in una piccola area pedemontana nord-orientale del Friuli, ritorna a Cersaie, la fiera dell'arredobagno e dei rivestimenti per l’architettura di Bologna, con nuovi progetti e manufatti.
Al nuovo stand di Julia Marmi al pad 29 sono stati presentati i risultati del concorso Fifty, bandito dall'azienda lo scorso 2 luglio per celebrare i 50 anni di attività. E' stato esposto il prototipo del vincitore, il lavabo Colosso dell’architetto Luca Maci e gli altri 4 progetti finalisti, compresa la menzione speciale, il lavabo EYE 2018 del designer Pier Paolo Zanchin. La premiazione si è svolta invece all'interno della mostra The Sound of Design, al pad 30 di Cersaie.
Trattandosi di Cersaie, i progetti vincitori, come richiesto dal concorso, sono destinati all'area bagno o wellnes e valorizzano le caratteristiche del materiale: robustezza, lavorabilità, particolare cromaticità variabile a seconda delle lavorazioni della superficie.
Allo stand Julia Marmi, raddoppiato nella superficie, è presente anche Mont, un imponente bancone lungo 2 metri, con il fronte in Pietra Piasentina a “spacco di cava” e il piano fiammato che ha accolto i visitatori dello stand - design di Davide Vercelli il quale, ha progettato anche l'allestimento. Dalla mano di Vercelli proviene anche Centrino, un elemento decorativo circolare a parete - con un diametro di 80 cm e uno spessore di 1 cm – che presenta un decoro traforato che “alleggerisce” la superficie spazzolata della pietra.
Prosegue la collaborazione con Tideo Design, specializzato nel progetto di decoro delle superfici, che propone la Piasentina Consolle con struttura e gambe in metallo e il piano in Pietra Piasentina micro decorata e lucidata
Sempre di Tideo design, anche la linea di rivestimenti RITORNI – RETURN composta da una collezione di decori grafici su pietra spazzolata, presentata allo scorso Cersaie.
In mostra anche la fontanella abbeveratoio da outdoor per umani e animali Milli, design Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, in legno massello di castagno, Pietra Piasentina spuntata a mano e spazzolata nelle parti a contatto con l’acqua, e canna per l’acqua in rame.
L'azienda ha partecipato anche quest'anno alla mostra collettiva di Cersaie dal titolo The Sound of Design, curata da Angelo Dall’Aglio e da Davide Vercelli e presentata al pad 30.
Profilo Aziendale
Julia Marmi, azienda storica di Cividale del Friuli, fondata nel 1967, è specializzata nell’estrazione e lavorazione di Pietra Piasentina. Il materiale, estratto esclusivamente in una piccola area pedemontana nord-orientale del Friuli, ha ottime caratteristiche tecniche ed estetiche. Viene infatti utilizzato sia in esterno sia negli interni, per pavimenti e rivestimenti e per la realizzazione di elementi di arredo. La zona di estrazione della Pietra Piasentina è una ristretta fascia delle Prealpi Giulia situata nei dintorni di Cividale, in Friuli Venezia Giulia. In quest’area, Julia Marmi è la più importante proprietaria di cave attive di Pietra Piasentina, ne possiede tre, per una disponibilità di scavo di 1.500.000 di metri cubi. La denominazione “Pietra Piasentina” deriva da un aneddoto di origine friulana secondo il quale i maggiori committenti di Udine la descrivevano come “una pietra che la piase”– “un materiale che piace”, estremamente apprezzato per le qualità fisiche ed estetiche. Julia Marmi aderisce al Consorzio Produttori Pietra Piasentina, costituito nel 1965, per la tutela e lo sviluppo di questo prodotto e per dare servizi ad aziende e progettisti. Julia Marmi vanta importanti realizzazioni in ambito contract, a partire dal retail di lusso con i negozi Marella nel mondo progettati dallo studio Archcalo Design, dell’architetto Angelo Calò, e il locale di tendenza Radetzky a Milano dello studio Studio Alberto Re, Il Luma Hotel a New York.


ADRENALINA a The Sound Of Design, la mostra collettiva e trasversale di Cersaie 2018
Adrenalina ha debuttato alla fiera internazionale di Cersaie 2018 a Bologna, dedicata alle superfici per l'architettura e all'arredo bagno, all’interno della mostra collettiva The Sound of Design - Italian Style Contract. Musica e Design sono il filo conduttore di questa mostra trasversale, dedicata al settore del contract, fiore all'occhiello della fiera e arredata con i divani, le poltrone e i pouf Adrenalina.
Adrenalina è entrata in scena nei 10 diversi set della mostra con arredi morbidi iconici e dalla connotazione cromatica inusuale, inserendosi con armonia nelle scenografie a tema e con musica e video ad hoc. La musica, in particolare quella degli anni '70 e '80, è stata la colonna sonora di un viaggio sensoriale attraverso il design, accompagnato dalle sedute morbide firmati Adrenalina in piena sintonia con la mostra che ha il focus rivolto al mondo del contract e alle eccellenze dell’Italian Style.
Adrenalina è presente da oltre vent’anni negli ambienti contract e residenziali rompendo gli schemi tradizionali del concetto dell’imbottito, regalando unicità al luogo che li ospita senza mai rinunciare al comfort. Artigianalità, cura per il dettaglio e realizzazioni tailor-made sono gli ingredienti base del DNA aziendale, un atelier contemporaneo unico, vera espressione del Made in Italy, dove l’esclusività e il comfort sono è alla base del lavoro quotidiano dell’azienda.
Collezioni in mostra
SLY, BIG SOFA, MAJI, FISK, ROCK, GULP, BOMB, CHEW, PAN
*The Sound of Design - è un evento promosso da Edi.Cer. Spa, Bologna Fiere, Promos s.r.l. e organizzato da Promos s.r.l. in occasione di Cersaie 2018, curato da Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli. la mostra giunge quest’anno alla quinta edizione restando fedele al suo approccio trasversale, con un focus rivolto al mondo del contract e alle eccellenze dell’Italian Style. Musica e design nascono da un atto creativo, regalano emozioni e abbattono barriere: sono partiti da qui i due curatori, Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, che con The Sound of Design intendono mostrare che, la musica e il design possono restare immortali, adattarsi a mode e tendenze del momento e diventare anche benzina per nuove idee.


Italian Style Contract - presentata al Cersaie 2018
The Sound of Design - Italian Style Contract è il titolo della mostra collettiva di Cersaie, il Salone Internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, andata in scena a Bologna dal 24 al 28 settembre scorso. Allestita presso il Padiglione 30 della Fiera, la mostra è giunta quest’anno alla quinta edizione restando fedele al suo approccio trasversale, con un focus rivolto al mondo del contract e alle eccellenze dell’Italian Style. Musica e design nascono da un atto creativo, regalano emozioni e abbattono barriere: sono partiti da qui i due curatori, Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, che con The Sound of Design hanno mostrato che, la musica e il design possono restare immortali, adattarsi a mode e tendenze del momento e diventare anche benzina per nuove idee.
6641 visitatori, di cui 5586 Italiani e 1055 esteri, hanno varcato la soglia del misterioso box di 720 mq, con le pareti percorse dall'iconica immagine del gruppo rock dei Madness in fila indiana. Nulla lasciava presagire la distribuzione spaziale dell'interno, con una suddivisione in 10 set dedicati a diverse ambientazioni del settore contract: dalla SPA in outdoor alla camera da letto del B&B, dal ristorante/lounge bar alla biblioteca e, al centro un'ampia pista ispirata allo Studio 54 di New York.
La musica, unita ai videoclip musicali, ha accompagnato i visitatori di The Sound of Design in un percorso emozionale che ha espresso ancora meglio la flessibilità e le caratteristiche delle superfici in ceramica, dei rivestimenti per l'architettura e dei prodotti di arredo bagno: i veri protagonisti della mostra. La selezione musicale, realizzata in collaborazione con Radio Capital, partner dell'iniziativa, ha fatto riferimento al periodo compreso tra gli anni tra il 1976 e il 1983, anni di fermento in cui conviveva un mix di generi musicali senza precedenti che ha invaso e influenzato anche il mondo del progetto.
"Anche in questa, come nelle precedenti edizioni, abbiamo voluto creare un luogo suggestivo – dichiarano i due curatori - dove la convivialità, le emozioni e tutti i sensi sono stati coinvolti. Un luogo che ha stimolato fruttuosi incontri tra le persone e le aziende – una quarantina presenti - e, in cui ogni singolo prodotto è stato valorizzato. Inoltre, il focus sul contract del 2018 ha reso l'evento particolarmente apprezzato dai visitatori professionali, target centrale del Cersaie.”
Molto apprezzato il calendario di eventi, che si sono tenuti nell'arena: dall'inaugurazione ufficiale nel pomeriggio del 24 settembre, alla premiazione dell'ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2018, dall'incontro con gli architetti Teresa Sapey e Matteo Nunziati organizzato da Matrix4Design, alla presentazione della ricerca sulle tendenze nel mercato delle ristrutturazioni di Houzz & Home 2018, alle degustazioni di vini. Infine, le straordianarie dirette di Radio Capital, presente con una postazione dedicata, che hanno amplificato la risonanza della mostra oltre la fiera.
Si è rinnovata anche quest'anno la collaborazione con la Bologna Design Week e, nel cuore della città, nel Quadrivio di Galleria Cavour, mercoledì 25 settembre è stato inaugurato il suggestivo "portale" che richiamava la mostra in fiera, con una mini-spa concettuale e una singolare cascata d'acqua di grande effetto scenico.
The Sound of Design ha avuto anche un'ampia risonanza sui social grazie al format Isola Social, la diretta live web & social realizzata anche quest'anno dalla rivista Il Bagno Oggi e Domani in stretta collaborazione con le design blogger Carlotta Berta (unprogetto), Elisabetta Mattiello (MaisonLab), Simona Nurcato (BesideBathrooms), Nora Santonastaso (design outfit) e con la partecipazione del team internazionale del blog Italianbark, coordinato da Elisabetta Rizzato.
The Sound of Design - è un evento promosso da Edi.Cer. Spa, Bologna Fiere, Promos s.r.l. e organizzato da Promos s.r.l. in occasione di Cersaie 2018, curato da Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli che si tiene dal 24 al 28 settembre presso il Padiglione 30 del Quartiere Fieristico e in città a Bologna Design Week nel Quadrivio di Galleria Cavour, dal 25 al 29 settembre.
Le aziende coinvolte
ADRENALINA, BERTOLOTTO, BRIONVEGA, CANTONI TRADING, CERAMICA SANT'AGOSTINO, CORDIVARI DESIGN, EMILGROUP, ETERNO IVICA, FIMA CARLO FRATTINI, FLAMINIA, GOMAN, GUFRAM, HOUSE OF MUSIC, ITLAS, JULIA MARMI - PIASENTINA STONE, LAGO, LEA CERAMICHE, L'OPIFICIO, LUCE DI CARRARA MARMO, MADE A MANO, MINACCIOLO, OIKOS - COLORE E MATERIA PER L'ARCHITETTURA, OPINION CIATTI, RAGNO, RUBINETTERIE 3M, SELETTI, SLAMP, UPGROUP, WALL&DECÒ.
I media partner
BRIGHT - VIDEO E COMUNICAZION INTEGRATA, DESIGNPRESS.INFO, IL BAGNO OGGI E DOMANI – DBINFORMATION, INTERPROMEX COMUNICAZIONE, MATRIX4DESIGN - EDITRICE INDUSTRIALE, RADIO CAPITAL.
I partner tecnici
ALYA, BF SERVIZI- BOLOGNAFIERE GROUP, GALLERIA CAVOUR, GPLANET, LATIFOLIA GROUP.
Informazioni generali: Promos – tel. +39 051.66.46.000 – mostra@cersaie.it
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